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Las Vegas da leoni

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Certa gente Las Vegas non la regge. Dopo “Notte brava a Las Vegas”, la “città del peccato” colpisce ancora. Vittime di una serata indimenticabile – per quanto sfortunatamente dimenticata – i protagonisti dell’ultimo film comico-demenziale, diretto dal Todd Phillips di “Starsky e Hutch” e “Old School”, compongono un quadretto insuperabile in simpatia e divertimento.

In Una notte da leoni l’addio al celibato del giovane Doug (Justin Bartha) si trasforma in un rebus da incubo. L’ultimo giorno di piacere prima del grande passo con gli amici di sempre: Phil (Bradley Cooper), un insegnante alquanto moderno e inaffidabile; Stu (Ed Helms), dentista frustrato; infine Alan (Zach Galifianakis), svitato cognato di Doug – si definisce “un branco con un lupo solo, un tipo solitario”.  Al risveglio dal blackout (da droga), nella suite del Caesars Palace di Las Vegas i protagonisti sono storditi ma, soprattutto, sono rimasti in tre. Lo sposo è scomparso. Al suo posto una tigre feroce, un bebè abbandonato, una gallina vagante. Cinque ore dal matrimonio, cinque ore per risolvere il mistero di una notte.

Da un’idea originale e una scrittura a quattro mani (Scott Moore e Jon Lucas, a breve nuovamente in sala per “La rivolta delle ex”), “Una notte da leoni” riesce a regalare – nonostante il genere, abusato – delle sane risate, confermate dagli esaltanti risultati di botteghino (in America la commedia è campione di incassi).

Tra colpi bassi – nel cast anche Mike Tyson che, sulle note di Phil Collins, atterra il povero Alan -, gioco d’azzardo un po’ Ocean un po’ Rain Man, inseguimenti, azzuffate, sesso e fiumi d’alcol, Todd Phillips dirige una commedia esilarante sugli imprevedibili risvolti di “una piccola deviazione nella lunga e dritta strada del matrimonio”.