Dalla legge Biagi in poi, con i lavori a progetto, tanti sono stati quelli che pur riuscendo a trovare finalmente un’occupazione, non hanno però ricevuto la stabilità di un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Non ci sono più garanzie. Gli stipendi sono poca cosa di fronte alle spese che si presentano ogni volta all’appello. Non si hanno certezze. Ci si destreggia come su di un filo da equilibrista per giungere al traguardo della fine del mese, avendo i soldi per poter mangiare ogni giorno con decenza.
Al Festival “Cinema & Lavoro” di Terni, presso il Planet Multicinema, sarà presentato oggi dalla regista Silvia Lombardo, il film “La ballata dei precari”.
La pellicola è composta da sei episodi e l’idea nasce da un progetto no budget. Giovani, e non, si sono prestati per raccontare la loro esperienza e la loro lotta quotidiana per superare le tante difficoltà, anche in chiave grottesca.
Nel primo episodio intitolato “Ninna nanna ninna no”, Francesca Faiella, nel ruolo di Irene, impiegata amministrativa e Stefano Macchi (Riccardo, architetto), desiderano dei figli ma torna difficile conciliare il parto con le scadenze contrattuali.
Si rivolgono allora alla dottoressa Tenaglia (Geppy Cucciari), ideatrice di un dispositivo per aiutare le coppie in precariato.
In “2050”, Stefano Carpi (Matteo), Paolo Spezzaferri (Luca) e Giulia Vanai (Giulia), sono tre sciagurati che, dopo una vita di lavoro provvisorio, finiscono per strada poichè non viene data loro la pensione. L’unica speranza sarà lo studio televisivo dove lavora Roberta Garzia (Giovanna).
Nell’episodio “Masterizzati”, Maria Concetta Lotta (Ilenia), nonostante i 30 anni, continua a studiare e a fare corsi e master, nella speranza che possa riuscire a trovare un impiego. Essendo però una vera ossessione, i genitori la conducono dal prof. Dott. Annibale Lettari cui presta il volto Sebastiano Nicolosi, un terapeuta che cura la M.A.R., ossia la Sindrome da Masterizzazione Acuta Recidiva.
Il quarto episodio, “StRagisti”, racconta di Mauro (Marco Cortesi) che dopo l’ennesimo licenziamento, dell’ennesimo stage non retribuito, comincia ad avere le visioni. La sua coscienza (Niccolò Finora) gli impone di rapire il suo capo (Paco Rizzo) per avere un lavoro equo e ben retribuito. Tutto va al meglio, fino a che arriva Andrea De Bruyn, un poliziotto anch’egli precario.
Nell’”Ammortizzatore”, Bernardo Casertano (Francesco) perde in un incidente i suoi genitori e da una lettera verrà a scoprire una verità fino ad allora rimasta taciuta.
Infine, in “Opera I” Romeo Girelli (Alberto), Guendalina Tambellini (Monica) e Leandro Salvischiani (Claudio), raccontano la loro frustrazione di mentire per non far brutta figura facendo più di un lavoro.
Solo tre degli episodi saranno visti all’interno della manifestazione: 2050, Stragisti e Ninna nanna ninna no. Se il precariato svanisse così d’improvviso, svanirebbe una buona fetta della popolazione.
Chissà se nel futuro le cose miglioreranno, se potremo tornare a fare progetti concreti e non solo chimerici e se non dovremo più fingere di essere felici di avere un posto di lavoro, quando in realtà le condizioni disumane che lo accompagnano lo rendono anche spiacevole da compiere.