Un anno di grande arte al Palazzo del Governatore di Parma. Il primo appuntamento è con la mostra “Nove100 Arte, Fotografia, Architettura, Moda, Design” in programma fino al 25 aprile.
Restituito alla sua città dopo tre anni di restauro, il Palazzo del Governatore riapre con oltre tremila metri quadri di superficie espositiva. Qui è ospitata la sezione “Arte e Fotografia” mentre nelle altre due sedi, Galleria San Ludovico e Scuderie della Pilotta, trovano spazio rispettivamente le sezioni “Moda” e “Architettura e Design”. Un’appendice della mostra è, inoltre, alla Camera di Commercio, in via Verdi, dove sono esposte alcune significative opere di grande formato.
Per la prima volta in assoluto viene presentata la collezione dello Csac di Parma (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma), il centro di documentazione creato da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino, che in questi decenni si è accresciuto grazie alle donazioni degli artisti.
La collezione infinita del Csac, con i suoi dodici milioni di opere archiviate è considerata il maggiore fondo sul Novecento esistente in Italia, la rassegna parmense presenta una selezione di settecento opere, articolata in cinque sezioni tematiche – arte, fotografia, moda, architettura e design – e un percorso che si snoda in quattro prestigiose sedi della città.
Curata proprio da Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino, la mostra in corso a Parma riesce nell’impossibile missione di riassumere visivamente il cosiddetto “secolo breve” attingendo al colossale archivio del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.
Un percorso denso attraverso teoria della relatività e conquista dello spazio, bomba atomica e penicillina, aeroplano e computer, Auschwitz e la creazione di uno Stato ebraico, conflitti mondiali e guerriglie tra i più sanguinosi nella storia dell’umanità, guerre calde, fredde e il rock ‘n roll, distruzione totale e rinascita di nazioni, Hitler e Gandhi, Kafka e Stravinskij, Picasso e Pelé, la psicanalisi, l’esistenzialismo e i consumi di massa. Dunque “secolo breve” solo nella formula inventata dallo storico inglese Eric Hobsbawm.
Il centralissimo Palazzo del Governatore accoglie, come detto, le sezioni dedicate all’arte e alla fotografia. Al piano terra sono esposte circa cento opere tra quadri e sculture, riconducibili a tutte le esperienze, le correnti e i movimenti, dagli Anni Trenta ad oggi. Si va dai maestri dell’informale, con Burri e Fontana in prima linea, a quelli dell’arte programmata, con Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, e dell’Arte Povera, con Luciano Fabro e Michelangelo Pistoletto, fino all’arte giocosa di Alighiero Boetti.
Il visitatore viene accolto da Mario Sironi (con il grande cartone “La giovinezza” del 1936-1937) e da un giovane Lucio Fontana ancora figurativo (con il gesso dorato de “Il fiocinatore”). Il percorso espositivo prosegue tra realismo e astrazione, le esuberanze colorate della Pop Art, l’Arte Povera,la Transavanguardia. Firmedel calibro di Carla Accardi (“Composizione”), Renato Guttuso (“La partenza del vapore”), Alberto Sughi (“Andare dove? L’uomo con la valigia”), Enrico Baj (“Nixon Parade”) e Armando Pizzinato.
Al piano di sopra del duecentesco Palazzo parmense, la rassegna propone un viaggio nella fotografia attraverso seicento immagini documentano un secolo di sperimentazioni tecnico-artistiche, dal dagherrotipo al digitale.
Dalle opere di Nadar ai paesaggi dei fratelli Alinari, dagli esperimenti Man Ray ai documenti storici dei reporter americani per Roosvelt. Da Mario Giacomelli, Mimmo Jodice, Nino Migliori, Luigi Ghirri, Gianni Berengo Gardin, testimoni dei grandi cambiamenti antropologici e culturali dell’Italia, a Tazio Secchiaroli Lotti, D’Alessandro, straordinari interpreti della cronaca e del costume italiano.
Tra le foto di artisti, da non perdere la celeberrima sequenza di Hans Namuth dedicata al “dripping” di Jackson Pollock.
All’architettura e al design è dedicata la sezione allestita alle Scuderie della Pilotta con progetti e oggetti, disegni e maquettes realizzati dai grandi progettisti di spazi urbani e d’interni come Gardella e Nervi, Scarpa, Gio Ponti, Nizzoli, Munari, Sottsass e Mendini.
In mostra i progetti relativi ai concorsi per la zona E42 a Roma (l’attuale Eur), i palazzi dell’Eni e Piazza Duomo a Milano, la Biblioteca Nazionalea Roma, i piani regolatori di Bengasi e Tripoli. E ancora i fuochi d’artificio del disegno industriale italiano con oggetti di culto come la Lettera22 di Nizzoli e la Valentina di Sottsass, il posacenere cubo di Munari e uno scaldavivande a candeline dello stesso autore, le lampade di Castiglione e i progetti d’interni firmati da Sottsass insieme a Burri e Capogrossi.
Stessa effervescenza creativa è testimoniata dalla sezione dedicata alla moda allestita alla Galleria San Ludovico dove i circa duecento pezzi esposti – tra disegni, documenti, riviste, fotografie, abiti ed accessori – intonano un peana del made in Italy, raccontando il passaggio dalla haute-couture al prêt-à-porter, da Walter Albini a Versace, dalle Sorelle Fontana a Valentino e Armani.