La notizia è arrivata qualche giorno fa, peggio di un fulmine a ciel sereno. E nel giro di poco tempo è diventato l’argomento di conversazione più gettonato.
Ne discutono tutti. E se ne parla ovunque: in metropolitana, in ufficio, al bar, in mensa, dal coiffeur… Se ne parla addirittura in palestra, dov’è noto che l’attenzione è rapita, a seconda dei sessi, dal muscolo plasmato a mò di catena appenninica in continuo divenire o dal ballonzolante e poetico sussulto delle forme agili e armoniose della Silfide di turno.
Insomma l’arrivo in Italia dell’ i-Pad non avverrà a fine aprile, come promesso e proclamato, ma slitterà a fine maggio. Ad annunciarlo è stata la stessa Apple, nota azienda informatica statunitense produttrice di sistemi operativi, personal computer, software e multimedia.
E tutto ciò per “colpa” degli americani che sono rimasti talmente incantati da questa tablet al punto di subissare di richieste la casa produttrice.
Sembra che più di 500.000 i-Pad siano stati consegnati nel primo fine settimana e che da allora la richiesta abnorme del prodotto abbia colto di sorpresa la stessa Apple. Tant’è che l’azienda di Cupertino ha dovuto comunicare la triste e “difficile decisione” di rinviare di un mese l’arrivo in Italia di questo accattivante, seducente, attraente, provocante, allettante oggetto, paragonabile solo al canto delle sirene di omerica memoria.
E noi italiani, adesso, come faremo? Dovremmo imitare Ulisse facendoci legare al pilastro portante della nostra dimora per resistere all’accattivante invito di questo tablet computer? Oppure richiedere il supporto di uno specialista che ci aiuti a superare questo triste momento? Magari uno psicoterapeuta che ci segua passo passo per farci metabolizzare l’evento nefasto…
Ovviamente chi scrive non nutre alcun sentimento ostile nei confronti dell’ i-Pad, anzi…
Sono anch’io vittima indifesa della tecnologia, senza la quale mi sentirei perso. Ma non riesco a capire tutto questo turbamento per il ritardo di un mese… Non c’è blog che non ne riporti la notizia, dietro la quale si cela una domanda esistenziale (Ed ora???) che esige una risposta che sia più che altro un conforto, una speranza.
Non ci resta che aspettare, continuando a inviare i trogloditici sms con i nostri arcaici slim-phone, o navigare nella rete con i sorpassati netbook comprati un mese fa, pensando commossi a quando avremo tra le mani quel meraviglioso dispositivo con lo schermo da 9,7 pollici, retroilluminato a LED e dotato di supporto al Multi-touch.
Ancora ci toccherà telefonare per un altro mese col nostro vecchio i-Phone che ci ha tanto viziati durante tutti quei mesi in cui abbiamo condiviso un amore che non ci permetteva di staccarci un attimo… Ancora dovremo segnare note e messaggi pigiando i micro-tastini del nostro cellulare… Ma la cosa che sopra tutte ci spaventa è che dovremo, ancora per un mese, appuntare A MANO i nostri impegni su di un’agenda cartacea, composta da una miriade di fogli, tanti quanti sono i giorni dell’anno, ma così inutile e testarda che, pur cliccando e ricliccando col dito sulla copertina, non ne vuole sapere di voltare pagina.