Home Università Dall'Estero Blocco didattica a Ingegneria: a rischio esami e sedute di laurea

Blocco didattica a Ingegneria: a rischio esami e sedute di laurea

UDU: "Vanno garantiti i servizi minimi agli studenti. Assemblea generale venerdì 2 luglio"

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Anche a Napoli, nella Facoltà d’Ingegneria dell’Università Parthenope, cresce la protesta dei ricercatori e del corpo docente contro i tagli all’università preannunciati dal ministro Gelmini.
E’ di questi giorni la decisione di proclamare il blocco della didattica a oltranza, protesta legittima ma alquanto discutibile, sopratutto adesso, nel pieno della sessione estiva degli esami. L’UDU Napoli, in proposito, ha emesso un comunicato: “L’UdU- unione degli universitari combatte da quasi due anni ormai, la battaglia contro la legge 133, che prevedendo dei tagli a fontana alla didattica e alla ricerca, va di fatto a smantellare l’istituto dell’università italiana e a colpire duramente la promozione della cultura nel nostro paese. Era ottobre 2008 quando l’UdU proclamava nell’ateneo Parthenope assemblee per discutere e denunciare i gravi provvedimenti previsti dalla 133, cercando di coinvolgere oltre agli studenti anche il personale docente e ricercatore. Ma all’epoca ci siamo scontrati contro un muro di gomma e a dover remare contro docenti e ricercatori. Oggi il personale docente e ricercatore della facoltà di ingegneria della Parthenope, proclamano lo stato d’agitazione, che nello specifico prevede il blocco della didattica. Lo stato d’agitazione è diverso dallo sciopero, questo infatti viene proclamato dopo un comunicato e attraverso una contrattazione sindacale si stabiliscono le modalità di sciopero e l’erogazione dei servizi minimi agli utenti, quindi in questo caso gli studenti. L’unione degli universitari aderisce allo stato d’agitazione indetto dalla facoltà di ingegneria, invitando però i docenti e i ricercatori ad una maggiore sensibilizzazione verso le esigenze degli studenti, considerando che se nel caso dei ricercatori il blocco della didattica è giustificato, dal fatto che questi hanno già svolto le ore da dedicare a questa, previsto dal proprio contratto, nel caso dei docenti, il non svolgere la didattica appare ingiustificato. Come sindacato studentesco crediamo che una protesta vada fatta in maniera articolata e partecipata, con azioni di protesta che abbiano un certo impatto, per far accogliere al governo le proprie rivendicazioni. Nel caso specifico, di questa protesta, gli unici ad essere danneggiati sono gli studenti, che di fatto possono soltanto subire in silenzio la protesta dei ricercatori. L’unione degli universitari dunque chiede: – che vengano garantiti i servizi minimi agli studenti; – di avviare con il personale docente una protesta maggiormente condivisa e che tenga conto anche delle esigenze e dei tempi degli studenti. Per questo convochiamo un’assemblea generale d’ateneo venerdì 2 luglio presso la sede del Centro Direzionale”

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