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Lode al lodo

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Era un mercoledì buio e tempestoso quello dell’ultimo 29 settembre. Le sale di palazzo Grazioli erano scure e silenziose. Si udiva solo il fragore di tacchi di calzature maschili avanzare con passo nervoso.
Ma quando sua emittenza aprì le porte del salone per raggiungere la camera da letto le luci si accesero all’improvviso e il silenzio fu investito da un gran battere di mani.
Auguri, auguri” gridò all’unisono la combriccola che si era radunata per fare una sorpresa al presidente.
Silvio – Silvio” scandirono i più devoti.
Il nervosismo abbandonò subito la mente del premier. Non era possibile che si fossero dimenticati del suo compleanno (aveva fatto tatuare la data sulla schiena di Capezzone).
Comparvero dal nulla torta e trombette. Qualcuno improvvisò un trenino, mentre tutti baciavano al presidente la mano dolorante.
La torta era enorme. “Chissà cosa ci sarà dentro?” disse il premier. All’improvviso spuntarono dalle sue viscere Fede e Vespa, che lo abbracciarono mentre erano ancora ricoperti di pan di spagna.
Ora basta – gridò Ignazio – prendiamo il regalo”.
Sul tavolo comparve un pacchetto chiuso da un fiocco. Silvio l’aprì senza indugi.
Dagli incarti stracciati fece capolino un gruppetto di fogli formato A4 rilegati a spirale.
Cos’è, cos’è? –  Disse Silvio fremente – una sceneggiatura per la nuova fiction di canale5?”.
E sfoglialo” risposero in coro gli altri.
“Vediamo: Lodo Alfano… cos’è? Mica vi aspettate che lo legga tutto?
Silvio – disse Angelino – con questo tutti i reati ti sono perdonati! Puoi averne commessi anche da bambino! Ma appena finisci il mandato… in galera”. E giù una risata generale.
Ma, ma, ma vale anche per il presidente della Repubblica?” chiese Silvio balbettando commosso.
Certo” “Sicuro” “Altroché”, aggiunsero un po’ tutti.
Vedi le firme, vedi le firme” suggerirono dal fondo della sala.
Subito: Angelino, Mara, Ignazio, Maurizio, Umberto, Michela Vittoria, Roberto…
Anch’io, ci sono anch’io”, gridò una voce tra la folla.
Certo Sandro, ci stavo arrivando. Cari amici, vi voglio bene” “Anch’io ti voglio bene” rispose una voce dal gruppo. “Cribbio, non m’interrompete, che perdo il filo. Vi voglio bene e vi voglio ringraziare con una barzellettina: allora…”.
Qui le fonti si perdono. Sappiamo solo che andò tutto bene e se ne andarono tutti felici e contenti ai loro ministeri.
A fine serata solo uno spiffero s’udiva da dietro una tenda. Era Maurizio che si chiedeva: “Ma quand’è che arriva questo, che je famo la sorpresa?”.

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