Nella mattinata di ieri a Barcellona circa duecento giovani omosessuali hanno sfidato Ratzinger a colpi di baci.
Benedetto XVI si stava dirigendo, a bordo della papa mobile, alla Sagrada Familia. Al suo passaggio sono iniziati i baci fra le coppie gay e lesbiche presenti. Il bacio è stato organizzato come un flashmob della durata di due minuti per protestare contro le posizioni vaticane sull’omosessualità.
Non sono mancati fischi e cori di contestazione (come, per esempio, “La chiesa è la luce che brucia!”).
Le associazioni gay e lesbiche avevano annunciato da giorni il loro “bacio di due minuti”, “uomini con uomini, donne con donne, sulla bocca”, per protestare contro la politica del Vaticano sulla omosessualità.
“Siamo qui per protestare contro il Papa e per esprimere un dissenso che in Italia verrebbe censurato”, hanno detto all’ANSA Alberto e Simone, due ragazzi milanesi sulla trentina.
“Questa è una bella idea – hanno aggiunto – anche perché non prevede bandiere né colori politici ma solo amore”.
Jordi Petit, dirigente del movimento omosessuale catalano, ha sottolineato come siano anni che la gerarchia ecclesiastica attacchi sistematicamente i diritti basilari degli esseri umani. Inoltre ha specificato che la sua critica è diretta alla gerarchia della chiesa cattolica e non ai cristiani “di base” che spesso portano avanti un lavoro meritevole.
Come avrà reagito Benedetto XVI a tutto ciò? Il Pontefice ha usato la politica dell’indifferenza. Non si è mai voltato in direzione dei dimostranti ma ha continuato a salutare, dalla parte opposta, i fedeli giunti a rendergli omaggio.