Home News Scoperta una nuova cura per prevenire l’ AIDS

Scoperta una nuova cura per prevenire l’ AIDS

833
CONDIVIDI

La notizia è stata pubblicata dall’eminente rivista scientifica New England Journal of Medicine e spalanca la prospettiva di nuove speranze sul fronte della lotta all’ AIDS.

Dopo alcuni anni di ricerca è stata messa a punto una pillola che sembrerebbe ridurre del 70 per cento il rischio di contrarre il  terribile virus HIV.

In effetti pare che questo nuovo farmaco altro non sia che una combinazione di due sostanze, due molecole, da qualche tempo impiegate nella sperimentazione contro l’AIDS e che, già singolarmente avevano fatto rilevare dei risultati apprezzabili.

Le due molecole in questione, il tenofovir e l’emtricitabina, sono della Gilead Sciences inc., un’azienda specializzata nelle biotecnologie e leader nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci innovativi, studiati specificatamente per contrastare le più gravi malattie micotiche, virali ed infettive, tra cui l’ HIV.

L’osservazione sugli effetti di questo farmaco che riduce il rischio di contagio è iniziata alcuni anni fa e ha permesso di costatare che, se assunto in forma regolare per un periodo di almeno 2 anni, diminuisce drasticamente la percentuale di probabilità di contrarre la malattia virale.

La pillola in questione si chiama Truvada ed è in commercio, in Italia, già dal 2005.

La ricerca, condotta dall’ University of California di San Francisco, ha dimostrato che il Truvada agisce bloccando la trascrittasi inversa, un enzima essenziale per  la replicazione virale.

La sua somministrazione è stata eseguita da un team internazionale di scienziati su un campione di 2500 soggetti cosiddetti a rischio, provenienti da diversi paesi tra cui gli Stati Uniti, la Thailandia, il Brasile, l’Ecuador, il Sud Africa ed il Perù.

Questo studio, denominato iPrEx, ha permesso di registrare l’abbattimento del 44 per cento dei casi di infezione e del 70 per cento del rischio di contagio.

Comunque il test, iniziato nel 2007, non è da considerarsi ancora terminato. I soggetti sottoposti ad osservazione, infatti, continueranno ad assumere il  farmaco e ad essere monitorati, al fine di poterne verificare la resistenza e l’eventuale insorgenza di effetti collaterali, anche se, al momento, l’unico effetto indesiderato sembra sia il mal di testa.

1 COMMENTO

  1. Bè di certo la ricerca lascia intendere che realmente ci siano ottime speranze per la riduzione del propagarsi di tale infezione virale, ma siam certi che questa tipologia di azione preventiva non comporti conseguenze per altre patologie?? E poi come far capire alle popolazioni dei paesi poveri dell’Africa, ove oggi la malattia è diffusissima e vi è una mortalità infantile con una percentuale tale da far rabbrividire, che va fata una reale prevenzione per evitare il propagarsi di atle epidemia virale a contagio sessuale??!!
    Magari ce ne preoccuperemo appena il tutto sarà fermamente sperimentato e certificato!!!
    Chi ben comincia è a metà dell’opera!!!

Comments are closed.