Dopo 500 anni, il ‘Musico’ di Leonardo Da Vinci lascia la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano per essere accolto dai Musei Capitolini.
Dopo aver portato nella Capitale il bozzetto in terracotta michelangiolesco raffigurante due lottatori, il progetto di collaborazione che vede coinvolte le città di Roma, Milano e Firenze rende possibile un altro grande prestito d’arte: l’unico ritratto maschile di uno dei maestri per eccellenza del Rinascimento italiano, va all’Esedra del Marco Aurelio.
L’esposizione, che il sottosegretario ai Beni e le Attività Culturali Francesco Maria Giro ha definito “una grande operazione culturale di valorizzazione del patrimonio artistico nazionale”, anticipa lo straordinario appuntamento organizzato in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, quando Roma ospiterà la mostra “Due italiani prima dell’Italia, Leonardo e Michelangelo”, concepito per riunire cento capolavori dei due maestri.
In proposito Giro aggiunge: “Eventi come questi incentrati su un quadro di un solo artista, sono molto utili perché aiutano i visitatori ad approfondire temi e aspetti dell’opera che altrimenti passerebbero inosservati. Spero che Roma risponda con entusiasmo anche a questa iniziativa”.
Giunto direttamente dalla sua sede milanese, il dipinto attribuito a Leonardo da Vinci dal titolo “Ritratto di Musico” è stato accolto dalle autorità capitoline con in prima linea l’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale, Umberto Croppi e il Direttore dei Musei Capitolini, Claudio Parisi Presicce, che a nome di tutta la cittadinanza hanno omaggiato il prezioso capolavoro con un passaggio di consegna simbolico dalle mani del Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Monsignor Franco Buzzi.
Per l’assessore Umberto Croppi, operazioni come queste “rendono fruibili e accessibili al pubblico il nostro grande patrimonio artistico e permettono a tutti di apprezzare le opere dei grandi maestri”. “Con questo quadro – ha concluso Monsignor Franco Buzzi, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana – celebriamo i 150 anni dell’Unità d’Italia con un artista con cui ci identifichiamo tutti come italiani”.
Oggetto di dibattiti e controversie attributive, il Musico leonardesco è l’unico ritratto maschile conservato. A lungo contestata, ancora nel Novecento, l’autografia è oggi diffusamente accettata tra gli addetti ai lavori anche a seguito delle operazioni di restauro che hanno permesso di far riemergere l’originale pellicola pittorica e la sua indiscutibile qualità.
Si può quindi essere pressoché certi di trovarsi di fronte ad un’opera del genio rinascimentale.
Il dipinto detiene numerosi primati nell’ambito del catalogo delle opere restituite a Leonardo: oltre a distinguersi per il soggetto tra i ritratti di Da Vinci – tutti femminili – è l’unica opera su tavola nonché la prima committenza privata dopo l’arrivo dell’artista in Lombardia, databile intorno al 1485.
In pochi decisivi elementi la tavola mostra le innovazioni della pittura leonardesca e il suo allontanarsi da canoni consolidati, tipico del suo incontenibile spirito creativo: posizione del soggetto di tre quarti preferita al tradizionale profilo, un approfondimento psicologico evidente nello sguardo concentrato del giovane uomo, negli occhi appena sollevatisi dal foglio che regge nella mano, come se terminata la lettura seguisse la riflessione, lo studio, l’elaborazione dei contenuti.
Pietro C. Marani, curatore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ha illustrato la storia del Ritratto e l’evidenza delle suggestioni provenienti sia dall’arte fiamminga, sia dall’attività di uno straordinario pittore quale Antonello da Messina, la cui presenza è certificata alla corte milanese nel 1476.
Difficile a dirsi l’identità del personaggio raffigurato; negli anni diverse sono state le ipotesi e le proposte della critica, che hanno alternativamente indicato praticamente tutti i più famosi musicisti e maestri cantori presenti a Milano in quegli anni, tra cui – in particolare – Atalante Migliorotti, musicista e amico di Leonardo che con lui si era spostato da Firenze alla corte sforzesca.
Numerosi spunti in merito ai visitatori sono dati dai saggi raccolti nel catalogo che correda la mostra, affidati a diversi esperti di settore per offrire non solo numerose informazioni sul Ritratto ma anche un quadro del contesto storico e culturale in cui si inserisce.
L’evento, sotto l’Alto Patronato della presidenza della Repubblica italiana, è promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Roma Capitale, dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovrintendenza ai Beni Culturali, con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Roma ed è organizzato dall’Associazione Culturale Metamorfosi e da Zetema Progetto Cultura, in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Cardinale Federico Borromeo.
Roma – Musei Capitolini – fino al 27 febbraio 2011
www.zetema.it; www.museiincomuneroma.it
Ed è bene che esista la simulazione di reato, perché queste idiote che fingono di essere stuprate vanno a gettare fango su quelle che invece subiscono abusi e stupri e non vengono credute!