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Assange: l’uomo delle rivelazioni

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Julian Assange è il membro più noto ed il principale portavoce del sito Wikileaks, che fece la sua apparizione su internet nel dicembre del 2006 con la pubblicazione di un documento atto a comprovare un complotto a firma dello sceicco Aweys, per assassinare membri del governo somalo.
Non ha scopi di lucro e la sua sussistenza avviene grazie a varie donazioni; riceve informazioni in modo anonimo attraverso un contenitore protetto da un sistema di cifratura, dal quale le notizie vengono trasferite sul sito web.
Per rendere il tutto nella forma più incognita possibile si utilizza un software a doppia chiave PGP, un sistema di cifratura altamente sicuro. Viene poi convalidata la fonte e diffusa la dichiarazione, ma solo dopo il benestare di Assange. Il sito è curato da giornalisti, scienziati, ma da ogni parte del mondo semplici cittadini possono inviare materiale per denunciare condotte non eque di governi e aziende.

Non ha una sede ufficiale ed ha come scopo la trasparenza, la garanzia della giustizia e la democrazia. La gestione del campo di prigionia di Guantànamo, è uno dei casi più celebri fatti conoscere al grande pubblico. Nel 2008 Wikileaks viene fatto chiudere ad opera di una denuncia di una banca svizzera, ma non molti mesi dopo lo stesso giudice ne fa assicurare la riapertura.
Il 5 aprile 2010 venne diffuso un video, durante una conferenza stampa a Washington, che mostra l’assassinio di dodici civili iracheni, tra i quali due giornalisti della Reuters, uccisi da un attacco effettuato da due elicotteri Apache americani il 12 luglio del ’07.
Nel maggio dello stesso anno viene accusato per la divulgazione del video il soldato americano Bradley Manning, il quale è stato definito da Assange un eroe.

Nell’ottobre del 2010 Wikileaks diffonde molti atti riservati che rivelano gravi inadempienze, sortite dalle autorità statunitensi perseguendo abusi e perpetrando violenze nella guerra in Iraq.
In questa stessa data il numero due dell’organizzazione, Daniel Domscheit – Berg, rassegna le dimissioni per dissidi con Assange, il quale a dicembre viene arrestato nel Regno Unito. Qualche giorno prima il sito WikiLeaks, attraverso la sua pagina su Twitter, aveva accusato esplicitamente gli Stati Uniti di averlo oscurato.
Attualmente il sito è ospitato su molteplici server ondine. In ogni dove la verità incute timore e genera rappresaglie. Si uccide perché la verità resti ignota, quale fardello gravoso da trasportare e non diffondere. Il coraggio di mettere a repentaglio la propria immagine e la propria esistenza in nome del diritto alla verità, fa si che ci si senta orgogliosi di uomini come quelli che lavorano per Wikileaks ed hanno a cuore il progresso leale e il rispetto delle vite.