Con la promulgazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo ddl università, ora Legge 240/2010, ribattezzato da molti “Riforma Gelmini” o “Riforma dell’università”, intensa è stata la lettura di molti per comprenderlo, analizzarlo minuziosamente e poi, se necessario, criticarlo.
Come ogni modifica, è scontato lo sconforto che porta con sé ma, come intervento legislativo per modificare attuali sprechi negli atenei italiani, qualcosa poteva essere evitato. Così tra le modifiche apportate ai dottorandi e ai nuovi bandi di dottorato nell’art 19 del suddetto decreto, i successivi ricorsi, vinti dai circa 15.000 docenti a cui è stata riconosciuta l’illegittimità della legge che li poneva in coda anziché a pettine nelle graduatorie, congelamenti nazionali delle graduatorie dei docenti contenuti nel Milleproroghe hanno paralizzato la realtà educativa e formativa in toto.
La conferma di questa fase di stallo si è palesata venerdì 18 febbraio, giornata attesa da molti, poiché si prospettava un incontro tra il M.I.U.R. e le realtà sindacali che è stato rimandato, a data da destinarsi.
Il continuo traccheggiare, sia dalla parte istituzionale sia da quella sindacale per altre cause, lascia una sensazione di smarrimento nei docenti, professori e studenti che non riescono più a comprendere dove finisca una legge e dove cominci l’altra.
Molta è la confusione in merito, per questo ci auguriamo un appianamento della situazione tra le varie parti interessate per procedere allo svolgimento sereno delle attività didattiche.