Da pochi giorni il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Legislativo che recepisce la direttiva europea 2009/28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e che prevede la definizione di un nuovo sistema di incentivi statali, differenziato in base alla dimensione dell’impianto.
In particolare, all’art. 11 (“Certificazione energetica degli edifici”) è riportato quanto segue:
“Nei contratti di compravendita o di locazione di edifici o di singole unità immobiliari è inserita apposita clausola con la quale l’acquirente o il conduttore danno atto di aver ricevuto le informazioni e la documentazione in ordine alla certificazione energetica degli edifici. Nel caso di locazione, la disposizione si applica solo agli edifici e alle unità immobiliari già dotate di attestato di certificazione energetica ….”.
«Servono risposte immediate per dare futuro all’industria dell’energia pulita – ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente – perché sarebbe assurdo schiacciare un settore che nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom e che, sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 2020 al 35% dei consumi elettrici italiani e, vista la continua riduzione dei costi delle tecnologie, spazzare via qualsiasi ipotesi di investire nei pericolosissimi e costosi impianti nucleari».
Legambiente, anticipando alcuni dati dal rapporto Comuni Rinnovabili 2011, confuta ogni tentativo del governo di sostenere l’inadeguatezza delle fonti pulite nell’assicurare una reale crescita della produzione energetica.
Come testimoniano i dati di Terna, infatti, nello scorso anno si è verificata una forte crescita della produzione da rinnovabili che è arrivata a coprire il 22,1% dei consumi elettrici complessivi italiani (importazioni e pompaggi inclusi), e oltre il 25% della produzione elettrica nazionale grazie a idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermia. Analizzando i dati, si evidenzia come sia cresciuto il contributo dell’eolico, che ha prodotto 8.374 GWh (+29% rispetto al 2009) e del fotovoltaico, con 1.600 GWh (+136%), ma anche delle biomasse, con 6.500 GWh (+10%) mentre l’idroelettrico è rimasto stabile a 49.369 GWh.