Roma ha voluto ricordare quanto avvenuto a Chernobyl venticinque anni fa e lo ha fatto con un memoriale svoltosi al Circo Massimo: gli attivisti di Greenpeace hanno piantato duemila croci per ricordare le vittime della tragedia, ricordata come il più grave incidente nucleare civile della storia dell’umanità.
“Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Chernobyl – dichiara Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia – Ciò che abbiamo imparato dall’incidente è che l’energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare”.
Uno studio pubblicato da Greenpeace nel 2006 indica che in Bielorussia, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Chernobyl sono stimati in 270 mila di cui 93 mila letali. Attualmente, la zona circostante i resti della centrale è ancora altamente radioattiva, i cibi sono ancora contaminati, i bambini nascono ancora con gravi deformazioni.
Oggi, venticinquesimo anniversario di quella tragedia, il ricordo non può non andare al Giappone, a quanto la popolazione sta patendo a causa dell’emergenza alla centrale di Fukushima: anche lì l’incidente è stato classificato di livello 7.
I danni sull’economia del colosso giapponese stanno influendo molto anche sul resto del mondo, che non può non interrogarsi sulla questione nucleare, Italia compresa.