Home Arte L’arte che non ha barriere: la storia di Simona Atzori

L’arte che non ha barriere: la storia di Simona Atzori

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Simona è nata a Milano nel 1974 e sin da piccola ha mostrato attitudine per la pittura e la danza.
Oggi è una brillante artista in entrambi i campi, riscuotendo successo sia nelle mostre che negli spettacoli. Simona ha una particolarità: è nata senza braccia, ma questa menomazione non le ha mai impedito di inseguire i propri sogni e di raggiungere i suoi traguardi.

Ha una straordinaria autonomia grazie ai suoi piedi, che ha imparato ad usare come fossero mani: li usa per impugnare qualsiasi cosa, dal cucchiaino per girare il caffè al rossetto per truccarsi; è riuscita persino a prendere la patente.

«Le difficoltà all’inizio ci sono state e non posso negare sia stato un colpo per la mia famiglia – ammette – però non ci ha fermati, abbiamo imparato a vivere questa vita con i miei piedi, che sono le mie mani, insieme. Loro fanno anche da piedi, mi permettono anche di danzare e quindi, insomma, hanno un bel lavoro da fare! Ringrazio il Signore perché mi ha dato una vita straordinaria, perché mi ha creato e mi ha disegnato nel modo in cui io sono, e a me non piace dire che mi ha tolto qualcosa: mi ha creato esattamente così e così Simona doveva essere.»

Dal 2008 i suoi quadri sono in mostra permanente nella città di London Ontario (Canada), è stata Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000 portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa con la coreografia “Amen” di Paolo Londi, che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano; ha ricevuto svariati riconoscimenti internazionali sia nell’ambito pittorico che sportivo, ha danzato in importanti teatri europei e c’è un premio d’arte a lei intitolato.

Simona mantiene il pennello per dipingere con le dita dei piedi o con la bocca (dal 1983 fa parte dell’Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede, la V.D.M.F.K.): le piace mettere in luce i dettagli e dipingere sulle ceramiche, ha una passione per la ritrattistica e per i paesaggi.

Quando danza, la poesia che trasmette il suo corpo lascia in secondo piano l’assenza delle braccia, che sicuramente è evidente, ma non determinante: a pelle, si avverte la sua passione, il suo amore per la vita, la grande serenità che ha dentro e l’equilibrio raggiunto col suo corpo.

Simona è la prova vivente che spesso quelle che possono sembrare barriere insuperabili per alcuni, per altri sono in realtà muretti non impossibili da scavalcare, se dentro si hanno la forza e la caparbietà necessarie.
E Simona ce l’ha fatta, ha scavalcato il muro della sua menomazione.
Come lei stessa ammette: «Se vogliamo esprimere noi stessi non c’è limite che tenga. E’ importante non lasciare agli altri la possibilità di vedere dei limiti che tu non senti di avere».