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Medjugorje: 30 anni e quattrocentoquarantadue messaggi

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In questi trent’anni quattrocentoquarantadue sono stati i messaggi che la Madonna tramite la veggente Mirjana ha annunciato. Agli affidatari dei segreti mariani, la Madre di Dio, ha elargito ammonizioni ed avvertimenti perché l’umanità si converta e verranno resi noti, volta per volta, prima che si avverino.
La storia di Medjugorje, uno dei luoghi di fede più visitati al mondo insieme a Fatima e Lourdes, è intrisa di speranza. Da tutto il mondo si recano qui a pregare o anche solo per curiosità, o per accompagnare un infermo.
La collina cha sovrasta la cittadina dell’Erzegovina è sempre piena di persone che, nonostante la ripidità dell’ascesa, intraprendono questo cammino impervio senza strade né sentieri, per raggiungere la statua posta nel luogo dove la Regina della Pace è apparsa una delle prime volte.
Chi ha avuto la fortuna di andare in pellegrinaggio in questi luoghi sacri, racconta della commozione che lo straordinario evento delle apparizioni comunica, sia ai sei veggenti che alla gente che ascolta il messaggio tradotto nella propria lingua.
C’è chi dice di aver presenziato al miracolo del sole che pulsa, ruota su se stesso, cambia colore avendone i contorni luminescenti. Si resta increduli di fronte a questo fenomeno che si palesa. La chiesa di S. Giacomo è meta di pellegrini; ci sono centinaia di panche ed un altare all’aperto. Qui ci si ferma in adorazione o solo per riposare in comunità.
Un altro punto di adorazione è la statua bronzea del Cristo Risorto, dove i credenti strofinano i fazzoletti sul ginocchio destro, perché da alcuni anni fuoriesce un “liquido miracoloso”. Come una goccia costante a ritmo lento.
I pregiudizi che tutti gli agnostici possono esternare, sono messi a dura prova dalla straordinarietà di questi fatti e l’aria che si respira in questi spazi, rende partecipi e rasserena il cuore. Le ansie ed i disagi quotidiani si sciolgono come neve al sole. E si è un tutt’uno con l’universo, con Dio e la Sua Madre Divina.
Vedere tanti malati minati nel fisico o nella mente, recarsi qui con i propri familiari a chiedere una probabile grazia o solo tregua alle angosce dello spirito, per affrontare il proprio destino, fa sentire chi è sano, responsabile delle ambizioni quotidiane legate a materialità insulse.
La sensibilità torna sentimento primario e si ha voglia di piangere per liberarsi di fardelli che l’animo ha assorbito ed accumulato fino ad esacerbarsene.
Medjugorje incarna il desiderio dell’uomo di aspirare alla spiritualità mera e di credere che c’è qualcosa al di sopra di noi che può sostenerci, donandoci il vigore contro l’oscurità di questa epoca.