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Prevedere infarti negli obesi?

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Per un bambino obeso sapere se in futuro avrà un più alto rischio cardiovascolare rispetto a pazienti normopeso oggi, finalmente, non è più una profezia.

Già pubblicata su “Circulation”, rivista scientifica dell’Associazione Americana di Cardiologia, questa ricerca è stata coordinata da Raffaella Buzzetti, Direttore della Struttura Complessa di Diabetologia del Polo Pontino della “Sapienza”, e condotta da ricercatori italiani dell’università romana, tra cui Marco Capizzi, Gaetano Leto, Simona Zampetti, Marialuisa Spoletini e Antonio Petrone.

È stato analizzato un campione di 477 bambini obesi e sovrappeso, di 10-12 anni. Le misurazioni riguardavano i livelli di insulina nel sangue, il grado di insulino-resistenza e l’indice di massa corporea (Bmi). Su 51 di loro sono state eseguite altrettante Risonanze Magnetiche.

Lo studio ha dimostrato che la misurazione in centimetri della circonferenza del polso è correlata con i livelli di insulino-resistenza, contribuendo così alla rilevazione del rischio cardiovascolare nel futuro adulto.

I ricercatori hanno provato che questa correlazione è imputabile al tessuto osseo del polso e non a quello adiposo sottocutaneo. Infatti, ad una maggiore produzione di insulina corrisponderebbe un ingrossamento del radio e dell’ulna del bambino.

Il dott. Marco Capizzi, primo autore del lavoro in questione, ha affermato: “Sono stati scelti per la ricerca bambini obesi dato che il bambino, essendo un organismo in crescita, è probabilmente più sensibile all’azione trofica esercitata dall’insulina, soprattutto se obeso ovvero, approssimando, se soggetto ad una alimentazione eccessiva rispetto al suo consumo energetico giornaliero”.

Sicuramente questa scoperta darà più tempo ai medici per mettere a punto cure più mirate per i propri pazienti prima ancora che arrivino all’età adulta.