Va al Porto l’Europa League 2010-2011. I Dragões hanno sconfitto per 1-0 lo Sporting Braga nella finale tutta portoghese disputata a Dublino. Per il Porto è il secondo successo nella competizione e il settimo trofeo internazionale della sua storia. Con la conquista dell’Europa League, la squadra allenata da André Villas Boas porta a tre i titoli ottenuti quest’anno dopo la vittorie in Supercoppa di lega e in campionato. L’ex assistente di José Mourinho, alla prima stagione alla guida del team di Oporto, con i suoi 33 anni diventa inoltre il più giovane allenatore ad aver vinto una coppa europea.
Poco spettacolo e molta prudenza tattica i temi portanti dell’intero match. Comincia bene il Braga, che al 3’ sfiora la rete con una conclusione di Custodio che finisce di poco a lato. Immediata la risposta del Porto: è il 7’ quando Hulk entra in area dopo aver superato due avversari e con un potente tiro sfiora il secondo palo a portiere battuto. I campioni di Portogallo fanno la partita, ma il Braga, corto tra i reparti e con marcature molto strette sugli avversari, resiste, rinunciando però ad attaccare. L’equilibrio si spezza al 44’ sul primo errore difensivo commesso dallo Sporting: Rodriguez perde palla sulla propria tre-quarti, la conquista Guarin che si accentra e con un lungo cross imbecca in area Falcao, che sul filo del fuorigioco colpisce di testa con una perfetta torsione e manda avanti il Porto. Per il colombiano, capocannoniere del torneo, è il gol numero 17.
Nel secondo tempo, il tecnico del Braga Paciência fa uscire Viana e Rodriguez per far posto ai brasiliani Kakà e Mossorò. La svolta sembra arrivare: proprio Mossorò sfrutta una dormita del centrale Fernando per presentarsi di fronte al portiere. La conclusione, però, poco angolata, viene parata col piede da Helton. Sarà questa l’unica vera occasione da rete per lo Sporting durante tutta la partita. Il Porto riesce a tenere saldo il controllo del match, abbassando i ritmi e sfiorando con Pereira (71’) e con Belluschi (85’) il gol del k.o. Gli ultimi minuti vedono il Braga tentare di afferrare il pareggio, ma l’imprecisione dei suoi giocatori e la scarsa pericolosità delle manovre offensive risultano determinanti. E dopo tre minuti di recupero, la festa del Porto può cominciare.