Tanto si era parlato della siringa trovata infilzata sotto al seno di Melania Rea e da subito gli inquirenti l’avevano considerata un tentativo di depistaggio da parte dell’assassino: le analisi non hanno riscontrato sull’oggetto, nè sul laccio emostatico recuperato poco distante, tracce di Dna della vittima e nemmeno del marito, Salvatore Parolisi. Ora le analisi si concentrano sul sangue presente all’interno della siringa.
Le piste privilegiate dagli esperti che seguono il caso sono due: il tentativo di chiudere la bocca a Melania, venuta a conoscenza di scottanti segreti, oppure la pista passionale. I Magistrati stanno cercando di mantenere il silenzio sui dettagli dell’inchiesta, anche per rispetto a Salvatore Parolisi. L’uomo, stanco dell’assalto mediatico che sta subendo e dei pettegolezzi, ha detto ai cronisti: “Lasciatemi in pace! Non vi fermate davanti a niente. Voglio solo stare con la mia bambina, perché solo così non sto male”. I sospetti hanno colpito anche lui, ma la famiglia della vittima ha dichiarato di nutrire nei confronti dell’uomo massima fiducia, certi dell’amore e del rapporto solido che lo legava a Melania. La coppia, è stata da tutti descritta come affiatatissima e felice, senza ombre.
Il comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli, il colonnello Alessandro Patrizio, si mostra ottimista: “Abbiamo un quadro sempre più completo”; si spera che presto si potrà giungere alla cerchia delle persone coinvolte ed infine allo spietato assassino che, non è escluso, potrebbe anche essere un killer occasionale, senza legami con la vittima, un uomo disturbato e violento che sarebbe difficile da identificare.