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Giovani: uno su tre è senza lavoro

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Avanza la disoccupazione in Italia. Un dato preoccupante che riguarda soprattutto i giovani tra i 15 e i 24 anni: l’aumento riguarda sia la componente maschile sia femminile e si attesta al 28,6%. Un terzo dei nostri giovani, stando alle rilevazioni istat, è senza lavoro.
Le misurazioni si riferiscono al mese di marzo 2011 e lasciano lo spazio per un’analisi più approfondita sulla questione della disoccupazione giovanile.
Un vero e proprio dramma che investe le famiglie del nostro paese sulle quali continua a gravare come una spada di Damocle il peso di un futuro negato soprattutto alle giovani generazioni.
In Italia, volendo ampliare la disamina, si fa più fatica, rispetto al passato, anche a mantenere un posto di lavoro che già si ha. La precarizzazione del lavoro ne ha svalutato il valore, per cui gli stipendi non gratificano abbastanza la prestazione offerta per la gran parte dei lavoratori.
Colpa della globalizzazione, si dirà, sicuramente. L’unificazione del mercato del lavoro e il grado crescente di tecnologizzazione dei macchinari aziendali sono due fattori fondamentali di questo processo che hanno contribuito in maniera incisiva alla svalutazione al livello economico del lavoro anche qualificato. A questo va aggiunto che la politica in fatto di lavoro del governo italiano è stata fortemente deficitaria e nei fatti, non riesce a fronteggiare il problema del “tappo generazionale” per cui la classe dirigente non subisce alcun ricambio.
Vi è bassa mobilità sociale, chi proviene da famiglie con difficoltà economiche non può prendere il cosiddetto ascensore sociale; si sprecano poi i contratti a termine e atipici con scarsa protezione sociale per il futuro (ormai la pensione è una chimera remota); carriere appese a un filo e crescita spropositata del fenomeno “Neet” (Not in Employment, Education or Training), i famosi giovani che non lavorano, non studiano e non si aggiornano. Duro il commento della Cgil.
“Una disoccupazione sopra l’8% si conferma come un dato strutturale che fra l’altro continua a peggiorare nella sua qualità. La crisi continua in maniera grave e pervasiva mentre la ripresa stenta e si conferma fallimentare l’azione del governo”,
ha detto Fluvio Flammoni, segretario confederale del sindacato. “In questa situazione – continua – il conto più salato lo stanno pagando i giovani: la disoccupazione è costantemente fra il 28 e il 30% e la nuova occupazione è unicamente fatta di lavoro precario che ormai riguarda l’80% delle nuove assunzioni. Per loro nessun atto concreto se non l’accusa di non accettare qualsiasi lavoro e di studiare per troppo tempo”.
Una situazione non certo incoraggiante che spingerebbe il tema del lavoro al centro dell’agenda politica se non fosse così avvelenata dalle inchieste della magistratura sulle vicende che riguardano il premier Silvio Berlusconi.
E così, mentre sul territorio è in corso la festa amara del primo maggio la politica più screanzata e cialtrona è impegnata a raccattare consensi in vista delle prossime elezioni amministrative.