Le sue riflessioni, nel corso della conferenza stampa di presentazione del suo film Melancholia, hanno suscitato scandalo e indignazione: affermazioni come “capisco Hitler”, o “invoco la soluzione finale per i giornalisti”, o ancora “Sono certamente dalla parte degli ebrei, ma non troppo perché Israele è una spina nel fianco, come un dito nel culo, fa cagare” non potevano passare inosservate.
Troppa, la loro gravità e il loro grado offensivo. E così, la direzione del Festival di Cannes ha preso misure drastiche contro Von Trier, dichiarato “persona non gradita”.
Un provvedimento, ha sottolineato la direzione della manifestazione, “con effetto immediato”.
A nulla sono valse le scuse del cineasta, prontamente giunte via agenzia France Presse qualche ora dopo le deliranti dichiarazioni sui temi del nazismo, dell’ebraismo, dell’olocausto.
La sua pellicola è ancora in gara, ma il regista è stato gentilmente invitato a non presentarsi a ritirare premi, in caso di vittoria.
La vicenda di Von Trier giunge poco tempo dopo la bufera che ha investito lo stilista John Galliano, che per le sue esternazioni antisemite e filo-hitleriane è stato licenziato in tronco dalla casa di moda Dior.
Anche Mel Gibson qualche tempo fa si era lasciato andare ad espliciti insulti contro gli ebrei, così come un altro attore, Charlie Scheen, entrambi sotto gli effetti dell’alcool.