Alla scoperta hanno collaborato i dipartimenti di Medicina interna e specialità mediche, Centro di nutrizione e dietetica, Fisiopatologia medica, Scienze della salute pubblica e Radiologia, coordinati da Raffaella Buzzetti, responsabile scientifico dello studio e Direttore della Uoc di Diabetologia del Polo Pontino della Sapienza.
Il team di studiosi ha dimostrato che la circonferenza del polso è altamente correlata all’insulino-resistenza, uno dei fattori di rischio cardiovascolari.
Questa alterazione metabolica potrà quindi essere monitorata nei soggetti che la misura del polso ha indicato come predisposti, attuando così un’efficace prevenzione.
Nello specifico, l’insulino-resistenza è una condizione in cui l’organismo produce insulina ma con una ridotta capacità di utilizzare lo zucchero.
Il campione preso in esame per validare tale ricerca conta 477 bambini e adolescenti, dai 10 ai 12 anni di età, in sovrappeso e obesi. In tutti i soggetti sono stati valutati i livelli di insulina in circolo, il grado di insulino-resistenza e l’indice di massa corporea (BMI).
È stato riscontrato che la circonferenza del polso riesce a identificare coloro che sono insulino-resistenti in maniera più efficace dell’indice di massa corporea perché la circonferenza del polso rispecchia circa il 20% della variabilità nei livelli di insulina.
I ricercatori hanno inoltre valutato, con la risonanza magnetica nucleare, che ciò che predice il rischio cardiovascolare è la componente ossea e non quella rappresentata dal grasso sottocutaneo.
È stato così rivelato un nuovo marker clinico di insulino-resistenza, molto semplice da misurare, che dipende dal tessuto osseo e non da quello adiposo.
La scoperta apre una nuova prospettiva nella diagnosi del rischio di incorrere in patologie di tipo cardiovascolare.