Davvero sembrano non esserci più parole per descrivere le prestazioni e le gesta di Novak Djokovic. Dopo la battaglia di ieri sera contro Murray (terminata intorno alle 23) il serbo è sceso in campo deciso a chiudere l’incontro con Rafa Nadal il prima possibile. E così è stato: 6-4 6-4 il punteggio finale in favore del balcanico.
Nole, come dicevamo, è entrato in campo con un solo obbiettivo: vincere in due set. D’altra parte, dopo l’incredibile semifinale con Andy Murray (vinta al tie-break del terzo set, dopo che lo scozzese era andato a servire per il match sul 5-4), a Djokovic non rimanevano altre opzioni. Un eventuale terzo set sarebbe potuto essere letale, considerata la condizione psico-fisica del serbo, che ieri, dopo essere stato alle soglie della prima sconfitta stagionale, e’ miracolosamente risorto dal nulla, proprio quando sembrava che le forze lo avessere ormai abbandonato.
Nel primo set, regnava un sostanziale equilibrio fino al 3-3 (pur con una moltitudine di scambi al limite, contrassegnati da recuperi e contrattacchi immediati, impensabili per la maggior parte dei protagonisti del circuito); da incorniciare un angolo trovato da Nole con il dritto incriociato, che lasciava di stucco lo stesso serbo. Permaneva comunque la sensazione di un Djokovic superiore ed un Nadal un po’ troppo attendista; la domanda che pero’ ci si poneva era: quanto potrà resistere Novak a questi ritmi dopo la semifinale di ieri sera? Ad ogni modo, Djokovic non dava il tempo di pensare ad un’eventuale risposta al quesito e conquistava il break all’ottavo gioco, andando a condurre 5-3. Ma Rafa, come al solito, non gettava la spugna e replicava immediatamente con un contro-break, approfittando anche di alcuni errori gratuiti, e, soprattutto di questi tempi, piuttosto inconsueti da parte del balcanico. E qui, e non ci stancheremo mai di sottolinearlo, Nole mostrava, una volta di più l’incredibile solidità mentale raggiunta: non si perdeva d’animo e continuava a spingere sul servizio di Rafa, alla disperata ricerca del break che gli sarebbe valso il set. A Rafa non rimaneva che incassare il colpo ed assistere impotente ai ruggiti del leone di Belgrado. D’altra parte, già da qualche game, l’incontro si era convertito, anche, in un sorta di sfida all’ultimo testosterone, laddove ai “vamos” di Rafa si sovrapponevano le rabbiose esultanze di Nole. Una teatralità che non faceva altro che aumentare l’interesse e la tensione in campo e sugli spalti, con i due protagonisti, comunque, come sempre correttissimi e rispettosi l’uno dell’altro. Al contrario di una parte del pubblico romano che, su un paio di nastri favorevoli a Djokovic, si divertiva a fischiare il serbo, “colpevole”, evidentemente, di essere un po’ troppo fortunato.
In apertura di secondo set, Djokovic, esaltato dall’essersi aggiudicato il primo parziale, volava subito sul 2-0, ma, ancora una volta, si vedeva costretto a incassare il contro-break immediato di “cuor di leone” Nadal. I due procedevano appaiati fino al 4-4. Nel nono gioco, sul proprio servizio, Nole superava un momento difficile quando sul 30-30, estraeva dal cilindro due righe che portavano Nadal sull’orlo della disperazione. Rafa andava cosi’ al servizio per rimanere nel match, consapevole del fatto che ora il serbo avrebbe tentato il tutto per tutto. E cosi’ era infatti: Nole spingeva, soprattutto con l’ormai infallibile rovescio incrociato e si procurava ben 3 match point consecutivi, esultando come se si sentisse il trofeo gia’ fra le mani. Ma il balcanico non aveva fatto i conti col servizio di Nadal, che, improvvisamente, tornava a fare capolino, permettendo allo spagnolo (dopo un raro errore di rovescio del serbo sul primo) dapprima di annullare il secondo match-point con un ace “sporco” e, successivamente, di aprirsi il campo, consentendogli di annullare anche la terza palla del match. Il “vecchio” Djokovic, probabilmente, a questo punto avrebbe mandato alle ortiche il game, ma Il Novak versione 2011 non batteva ciglio e riprendeva a macinare gioco: si procurava un altro match point con (manco a dirlo) un altro splendido rovescio incrociato e, dopo un memorabile scambio ed un rovescio di Nadal frenato dal nastro, chiudeva il match con un dritto incrociato da sottorete, sul quale Rafa tentava, inutilmente, un disperato recupero.
Si pensava che la pioggia caduta nel pomeriggio avrebbe potuto favorire Nadal, rallentando campo e palline (non a caso oggi i servizi hanno contato poco o niente) ed invece lo spagnolo e’ incappato nella quarta sconfitta in finale consecutiva contro il serbo. Dicevamo in precedenza che Nadal ci e’ parso, ancora una volta, troppo passivo. Ma, a questo punto, viene da chiedersi quanto questo atteggiamento sia voluto e non piuttosto una diretta conseguenza dell’incredibile determinazione del serbo, che e’ costantemente il primo ad accelerare e mettere sotto pressione l’avversario. Insomma, la sensazione che, in questo momento, Nadal, semplicemente, non sia in grado di opporre altro che una tenace resistenza al gioco del serbo ci pare inoppugnabile. Certo, pare improbabile che Nole possa continuare su questi livelli disumani; prima o poi, durante la stagione, dovra’ pur avere un momento di flessione. E se cosi’ non dovesse essere, beh, non rimarra’ altro da fare che inchinarsi e congratularsi con lui, come ha dichiarato lo stesso Nadal prima del match. Il serbo ha intanto portato a 37 le vittorie consecutive dall’inizio dell’anno e il record di John McEnroe (42 vittorie consecutive nel 1984) e’ sempre piu’ a portata di mano. Ragionando sul’attuale solidita’ mentale di Nole, ci pare d’obbligo sottolineare come un striscia di vittorie del genere non puo’ che aver dato un contribuito enorme in tal senso. E ci sembra altrettanto ovvio affermare che, dopo l’ennesimo trionfo, la fiducia in se stesso e nel proprio gioco continuera’ ad aumentare. Cio’ che fa piu’ paura del Djokovic attuale, infatti, e’ che, di torneo in torneo, sembri addirittura capace di migliorarsi: dopo la finale di Madrid avevamo sottolineato come il serbo, pur vincendo, avesse lasciato intravvedere un accenno di vulnerabilita dalla parte del dritto. Ebbene Novak deve averci ascoltato, perche’ qui a Roma, francamente, non ne abbiamo visto traccia.
Rimane un’ultima incognita riguardo al duello fra i due nel prosieguio della stagione: vedere come Djokovic se la cavera’ in un match al meglio dei 5 set. Se Nole dovesse confermarsi anche al Roland Garros, l’esame del DNA del serbo ci pare l’unica soluzione immaginabile per porre fine al suo strapotere. Del resto, lo stesso Superman, negli anni dell’adolescenza (ma anche dopo), si e’ sempre rifiutato di partecipare a qualunque competizione sportiva con gli umani, privi, evidentemente, dei suoi superpoteri da alieno.
Fonte: Pianetatennis.com