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Turismo religioso: non solo fede

Nel 2000 è nata la Borsa Internazionale del Turismo Religioso e delle Aree Protette, a San Giovanni Rotondo, e la Fiera del Turismo Religioso

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Sempre più il mercato del turismo registra impennate in un settore particolare: quello religioso. Negli ultimi periodi le cifre fanno registrare cifre per circa 14 miliardi di euro, di cui 4 generati solo dall’Italia.
I pellegrini, nel Medioevo, si suppone siano stati i primi viaggiatori per turismo: affrontavano, a cavallo o a piedi, cammini lunghi centinaia di chilometri per ringraziare o aggraziarsi le attenzioni del Santo a cui erano devoti.
Oggi sono 300 milioni le persone che ogni anno cercano la tranquillità e la spiritualità di questi magnifici luoghi. I più “religiosi”? Gli europei, naturalmente.

La socialità dell’essere umano lo spinge, sia per esigenza che per desiderio, a viaggiare, ed il ricevere ospitalità è il suo “stato di necessità”.
Sembra che i preti, le suore e i frati che gestiscono i tantissimi eremi, conventi, cammini e pievi … lo abbiano capito bene e allora ecco che si aprono le porte ai moltissimi turisti poche volte fedeli.
Molti siti internet e agenzie offrono “pacchetti” di soggiorno preconfezionati in questi templi dello spirito.

Un tempo l’ospite, era il soggetto principale della Casa di Accoglienza. Egli viene informato, nel momento stesso in cui gli si apre la porta, sul tipo dei servizi che gli sono riservati; è invitato, in qualche modo, a “far parte della Casa” con esperienza di mutuo influsso tra chi ospita e chi è ospitato. Si trova dunque ad essere, anche se solo per un breve o brevissimo periodo di tempo, protagonista, in un ambiente sobrio e familiare. Sarà cura di chi ospita non far sentire l’ospite estraneo alla Casa.

Quale l’identikit del turista religioso? Il profilo varia a seconda degli interessi e dell’età. Non esiste una vera e propria classificazione. La religione, e di conseguenza l’attrazione per tali luoghi, non distingue e quindi ecco che giovani, anziani, uomini, donne, di vari ceti sociali e diverse classi economiche generano esodi. Le motivazioni sono le più disparate e strettamente collegate con la condizione soggettiva: ricerca di emozioni forti, sensazione di appartenenza ideologica, desiderio di stare insieme, intenzione di incontrare un leader religioso carismatico.

Il primo periodo scelto per i pellegrinaggi è l’estate, ma le gite sono rilevanti anche in primavera e in autunno con un numero elevato di partecipanti al viaggio. Accanto alle motivazioni spirituali i dati del turismo religioso in Italia testimoniano il potenziale interesse per le opere d’arte in essi presenti e rappresenta anche la possibilità di conoscenza del territorio all’interno del quale essi si trovano, diventando la destinazione di un turismo colto e di qualità.

Tale fenomeno è cresciuto talmente tanto che nel 2000 è nata la Borsa Internazionale del Turismo Religioso e delle Aree Protette, a San Giovanni Rotondo, e la Fiera del Turismo Religioso. Se la fede conosce crisi, il turismo religioso sembra andare a gonfie vele.