Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei cantautori di culto della scena italiana. Ha cantato un’Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Dopo la sua morte, le sue canzoni sono state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno. Ma la denuncia sociale celata dietro l’ironia delle sue filastrocche resta ancora attualissima. A distanza di trent’anni dalla sua tragica morte in un incidente stradale a Roma il mito di Rino Gaetano non si è spento, anzi si rinnova di generazione in generazione forse perché nelle sue canzoni è incredibilmente descritta anche l’Italia di oggi. La ruvidezza delle corde vocali di Gaetano, unitamente a un’aria sempre più scanzonata e divertita, sono le caratteristiche che negli anni ne hanno esaltato la marca e hanno contribuito all’esaltazione del mito. Il suo universo è affollato di santi che salgono sul rogo “vestiti d’amianto”; di donne immaginarie che filano la lana e fiutano tartufi; di cieli blu e di notti stellate, di amabili puttane e detestabili politici d’ogni schieramento. Irride e commuove, con l’anarchica eccentricità dei poeti cantastorie. “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni”: queste le sue parole profetiche prima di un concerto nel 1979. Era nel pieno della sua popolarità esplosa nel 1975 con il 45 giri “Ma il cielo è sempre più blu”. La sua carriera e la sua vita si sono interrotte tragicamente il 2 giugno 1981, quando aveva poco più di trent’anni, per un incidente stradale avvenuto a Roma, sulla via Nomentana. A distanza di trent’anni Gaetano continua a ispirare film, fiction, manifestazioni musicali, artisti e ancora tanti giovani. Fa riflettere nel terzo millennio proprio la sua trasversalità; l’essere amato da tutti al di là delle generazioni e delle appartenenze politiche. Le sue canzoni e il suo personaggio vengono celebrati anche negli ambienti vicini alla destra (Casapound Italia) anche se è noto che Rino Gaetano, dopo una giovanile vicinanza al Partito Radicale (partito allora ben diverso da quello di oggi), si era avvicinato alle posizioni dell’autonomia operaia, alle radio di movimento e poi alla rivolta del 1977 cui ha partecipato direttamente. Anche da morto il grande Rino rivela una sensibilità ideologica completamente diversa che è possibile riscontrare esplicitamente attraverso un inedito pubblicato nel 2009 nella raccolta “Live & Rarities” dal titolo emblematico “I miei sogni d’anarchia”. Qui vi è citato qualche verso:
«Toccava il cielo con un dito
e sanava le ferite con la rivoluzione.
Ancora i poeti un nuovo sound e le balere
e forse amanti
e il ’68 raccontato e le conquiste
le canzoni che dicevano oh o oh oh…»