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Il digiuno per passione

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Quando un’adolescente non mangia, il suo senso di disagio a volte non è diagnosticato, e quella che sembra solo una dieta un po’ sulle righe, diventa un sentiero irto di spine che pungono, graffiano l’anima, rendendola esangue e scevra di speranze.
I genitori sono spesso ignari testimoni di una catastrofe a cui, presi dalla vita, dal lavoro, dalle responsabilità, non danno il giusto peso. Non tutte le ragazze sono votate alla palestra, a rifarsi continuamente il maquillage. Vero è che questa generazione, vive con la piastra in borsetta. Guai se un ricciolo spunta sulle loro teste.
Il look attuale vuole che si sembrino tutte delle bamboline con i capelli lisci, delle Barbie anonime, senza personalità.
Ma quando si giunge in quell’età, dove si deve fare i conti con una girandola di appuntamenti, feste, uscite del fine settimana, allora magari si comincia a darla qualche occhiata allo specchio e, spesso, ciò che si vede, non essendo stereotipato, dà l’impressione di essere solo catastrofe. Si vuole essere una persona diversa, così un chilo o due di troppo fanno sentire obese, dei brufoletti innocui assomigliano a bubboni ignobili.
Non si comprende che ciò di cui si abbisogna è solo un po’ d’attenzione. Un bacio, una carezza o solo una lode ben distribuita qua e là, tra il risolversi dei problemi quotidiani, avrebbero più valore di regali o di paghette settimanali.
Il silenzio è più rumoroso del peggior urlo si possa emettere. Reca più frastuono, perché logora dentro e si combatte da soli questa solitudine fatta di poco interesse.
La spirale di tormento che avvolge, spesso genera insofferenza e la provocazione che si dà alla luce, ottunde la capacità di motivare il disprezzo verso sé stesse, con una normale esibizione di una carenza inascoltata.
Ci sono donne che per anni odiano il cibo e si alternano tra fasi di anoressia, dove rifiutano qualsivoglia alimento, a fasi di bulimia, dove ingurgitano di tutto, mescolando improponibili vettovaglie, per poi correre in bagno a vomitare per purificarsi.
Le conseguenze sono la perdita del ciclo mestruale, la fragilità ossea e la caduta di capelli e ciglia. Tutte le punizioni comminate, che con determinazione ci si infligge, con rabbia, sono pura collera verso il mondo, che divora la mente e non permette condiscendenza verso sé stesse.
A volte, il persistere in questo vortice di mortificazione, non consente di aggrapparsi ad una mano amica per uscirne. Se si è andati troppo oltre, il baratro divora l’ultima volontà di salvezza. Molte giovani donne sono morte, giungendo a pesare anche trenta chili. Per loro sorbire anche un cucchiaino di yogurt diventa un’impresa mastodontica.
Il desiderio spezzato non ha il supporto fisico per lottare. Chi invece ne è fuori, dopo anni continua a rivedere quel periodo fantasma aleggiare come un film in bianco e nero, dove chi lo interpreta è lontana anni luce ma contigua nel ripudio di una femminilità denigrata.