Home Lifestyle Jim Morrison, lo sciamano del rock

Jim Morrison, lo sciamano del rock

1140
CONDIVIDI

Quarant’anni fa, nella notte tra il due ed il tre luglio del 1971, muore nella vasca da bagno dell’appartamento al terzo piano di rue Beautreillis 17, una delle figure più controverse ed ispirate del rock mondiale, Jim Morrison leader dei Doors. Trasferitosi a Parigi per cercare conforto nell’atmosfera culturale della capitale francese, tempio dei suoi prediletti Rimbaud, Beaudelaire e Verlaine, quella sera, ubriaco, si inietta una dose micidiale di eroina, che mischiandosi con l’alcol, gli provoca un edema polmonare, causa del decesso di lì a poco.

Come molti dei suoi amici amano ricordare di lui, era un animo tormentato, spinto verso l’estremo, pronto ad andare fino in fondo, a non fermarsi davanti a nulla, e, ancora oggi, tra i giovani, se la sua figura viene idolatrata, è perché esercita un’attrazione fortissima l’immagine della sua vita bruciata così in fretta.
Nella cultura di quegli anni non era previsto che un musicista potesse relazionarsi come un uomo qualunque, con un’esistenza normale fatta di famiglia, casa, … I paradisi artificiali prodotti dalla marijuana, anfetamine, alcol, funghi allucinogeni, erano le realtà in cui giornalmente l’animo degli artisti era soggiogato. Un universo dove non esisteva una linea di confine tra la vita e la morte. Si era sempre in bilico tra le due.

Il 24 agosto del 1966, il gruppo entra in studio per incidere il suo primo leggendario album, “The Doors. Registrato ai Sunset Sound Studio, fu pubblicato il 4 gennaio del 1967 dalla Elektra Records. L’album contiene due brani leggendari; Light My Fire e The End, considerate colme di carisma sessuale ed ancora oggi conosciute ed apprezzate. Le innovazioni strumentali hanno influenzato molte band musicali negli anni a seguire.
Il nome del gruppo venne scelto da Morrison estrapolandolo da un verso d’una poesia del visionario William Blake, il quale scrisse: “Quando le porte della percezione sono spalancate, le cose appaiono infinite”.
Le loro canzoni nascevano da un intendimento distorto dello spazio temporale e del loro stato alterato dalle droghe. Eppure anche se i testi sono testimonianza di sensazioni apicali e di visioni ed ossessioni percettive, sono anche tracce di pura poesia; le loro esibizioni erano un tentativo di comunicare il loro pensiero privato sull’universo.
Nel 1967 Jim viene arrestato sul palco durante uno show nel Connecticut per oscenità. Anche nel 1963, in Florida veniva messo in manette, accusato di aver rubato, completamente ubriaco, un berretto ad un pompiere durante una partita di football.
Nel 1968 il loro singolo “Hello I love you” conquista l’Europa ed è al primo posto nelle classifiche di tutto il mondo. Alice Cooper, un altro esponente della gioventù bruciata della musica di quegli anni, lo ricorda come assente a volte, con lo sguardo fisso all’orizzonte, come a scrutare qualcosa che agli altri non era concesso vedere.
Durante l’ultima esibizione, il 12 dicembre del 1970, Morrison collassa sul palco e lo spettacolo viene interrotto. Sarà l’ultima volta che il gruppo suonerà dal vivo.
Quando pochi giorni dopo muore, all’età di ventisette anni, con lui è presente solo la sua compagna Pamela Courson, che il 7 luglio, giorno del suo funerale sarà presente insieme ad altre cinque persone e reciterà per lui una poesia.
Nel 1996, l’assessore alla cultura del Comune di Parigi, dichiarerà che la tomba del leader dei Doors, seppellito al cimitero di Pere Lachaise, debba essere considerata luogo di interesse culturale. Sulla sua tomba solo poche parole come epitaffio: “James Douglas Morrison – Poeta, Cantante, Compositore”.