Si chiama mChip: è un dispositivo grande quanto una carta di credito e costa solamente un dollaro. E’ un laboratorio di analisi in miniatura, in grado di eseguire diversi esami del sangue con un’affidabilità comparabile a quella dei test condotti in ospedale.
L’apparecchio è ancora in fase di sperimentazione ma, qualora dovesse superare tutti i test, potrebbe cambiare le abitudini di milioni di persone in tutto il mondo.
Sarà infatti sufficiente una singola goccia di sangue e il dispositivo sarà in grado di rilevare i dati relativi a globuli, proteine, anticorpi, anche quelli identificativi di Hiv, sifilide e altre malattie contagiose.
Una rivoluzione, insomma, pensando al metodo classico e tradizionale cui tutti siamo abituati, ossia quello della siringa, incubo di tante persone che soffrono anche la sola vista dell’ago (scientificamente, la fobia degli aghi è chiamata belonefobia).
Le prime prove di utilizzo del microchip sono state fatte con un prototipo, a Kigali, in Ruanda, mostrando un livello di attendibilità del 95% per l’Hiv e del 76% per la sifilide.
«Con il nostro dispositivo le persone non saranno più costrette ad andare in una clinica per i prelievi e non dovranno aspettare giorni per avere i risultati», ha detto Samuel Sia, leader del team che ha sviluppato il progetto. Una versione leggermente differente del mChip sarà presto in grado di individuare anche l’eventuale presenza nel sangue di tracce lasciate dal cancro alla prostata.
Per “leggere” i risultati basterà un decodificatore grande circa quanto un telefono cellulare e del costo di un centinaio di dollari.