Il Garante Privacy ha aperto un’istruttoria in seguito alla pubblicazione di notizie da parte di agenzie di stampa e quotidiani – anche on line – che, nel riferire del caso dell’infermiera in servizio presso il reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli, risultata positiva ai test sulla tubercolosi, hanno riportato il nome della donna, l’iniziale del cognome e l’età.
Il diritto-dovere dei giornalisti di informare sugli sviluppi della vicenda, di sicura rilevanza per l’opinione pubblica, considerato l’elevato numero di neonati e di famiglie coinvolte, deve essere comunque bilanciato, secondo i principi stabiliti dal Codice deontologico con il rispetto delle persone.
Il Garante ricorda che, anche quando questi dettagli fossero stati forniti in una sede pubblica, i mezzi di informazione sono tenuti a valutare con scrupolo l’interesse pubblico delle singole informazioni diffuse.
I media evitino dunque di riportare informazioni non essenziali che possano ledere la riservatezza delle persone e nello stesso tempo possano indurre ulteriori stati di allarme e di preoccupazione in coloro che si sono avvalsi dei servizi sanitari dell’ospedale o sono altrimenti entrati in contatto con la persona.