Un messaggio postato su Facebook alle 23.07 di venerdì 5 agosto: è la verità di Vasco, quella che racconta ai suoi fans a cuore aperto.
“Assumo (da tempo) un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici – scrive sul social network – vitamine e altro studiato da una equipe di medici, che mi mantiene in questo ‘equilibrio’ accettabile”.
Il tutto, per non ricadere nel baratro della depressione, che lo aveva inghiottito nel 2001.
“Sono vivo per questa valanga di chimica che assumo”, dice: brutale ma conciso.
Il rocker di Zocca è un artista amatissimo in Italia, sulla cresta dell’onda da anni, tanto da coinvolgere intere generazioni di fans. Sessant’anni da compiere a febbraio e ancora tanto da raccontare, non solo attraverso le sue canzoni, ma anche dalla tastiera del suo pc, per comunicare alla sua famiglia virtuale la parte più intima di sè.
La parte più debole, forse, quella più indifesa, quella preda della depressione dieci anni fa, che ha avuto bisogno dell’aiuto di professionisti della medicina. Li cita tutti: dal dottor Gatti, medico personale, sino al direttore sanitario della clinica Villalba di Bologna dove il cantante è rimasto ricoverato fino a lunedì per un “problema alle costole”. Anche se, dopo le ultime rivelazioni, sarebbe legittimo chiedersi se dietro questa versione ufficiale non ci sia dell’altro, come si è vociferato.
Essere depresso significava “essere di cattivo umore sempre, dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina, ogni giorno, ogni momento. Per settimane… mesi. Sempre”.
