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Tennis, Masters 1000 Montreal: vince Djokovic il

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Ormai abbiamo esaurito gli aggettivi e i relativi superlativi per descrivere le gesta di questa versione aliena di Novak Djokovic annata 2011.
Basterebbe elencare un pò di numeri per farsi un’idea della portata delle imprese del fuoriclasse serbo: ha appena conquistato il quinto Masters 1000 dell’anno (dopo Indian Wells, Miami, Madrid e Roma), impresa mai riuscita a nessuno in precedenza (compresi, ovviamente, Federer e Nadal); siamo a fine agosto e se non si fosse trovato davanti il miglior Federer degli ultimi due anni nella semifinale del Roland Garros probabilmente sarebbe ancora imbattuto; infine, ha conquistato due tornei dello slam su tre ed alzi la mano chi non lo considera il gran favorito del prossimo US Open.
Tutto ciò con una naturalezza ed una consapevolezza nei propri mezzi semplicemente impressionanti. Vedremo il prossimo anno se Nole sarà in grado di ripetersi, per ora non rimane altro da fare che alzarsi in piedi ed applaudire, fermo restando che ripetere un’annata del genere appare francamente difficile.

Ma veniamo al match: come nella semifinale, Mardy Fish parte fortissimo ma nei primi giochi spreca ben 5 palle break. Il cannibale serbo, invece, va a segno alla prima occasione e conquista il break al sesto gioco, portandosi sul 4-2. Da qui in avanti Fish scompare dalla scena e Nole si aggiudica il primo parziale dopo lo scampato pericolo dei primi turni di battuta.

Tutt’altra storia nel secondo set, Fish torna ad essere aggressivo e determinato e al quinto gioco conquista finalmente un break. E’ una sorta di liberazione per lo statunitense, che manterrà i successivi turni di battuta con autorità, pareggiando così, un pò a sorpresa per la verità, il computo dei set.

Il terzo e decisivo set inizia in maniera spettacolare, in particolare va ricordato uno scambio di ben 33 colpi vinto da Djokovic, che conquistava così una palla break, annullata comunque ottimamente da Fish. A questo punto del match, sono in molti a dubitare del successo serbo: se alla fine del secondo parziale si pensava che al numero uno del mondo sarebbe bastato accelerare un pò per far suo l’incontro, ora questa certezza cominciava a vacillare. Ed invece al quinto gioco Novak piazza la zampata mortale portandosi sul 4-2. E’ lo strappo decisivo per Nole, che nei due turni di battuta successivi si mostra sicuro e concreto, chiudendo col punteggio finale di 6-2 3-6 6-4.

Un match più complicato del previsto per il serbo: partito in sordina, ha retto la sfuriata iniziale di Fish, per poi trovare il suo ritmo e conquistare il primo set. Nel secondo parziale, il gioco aggressivo e d’attacco dell’americano lo ha messo in difficoltà, fermo restando che appare verosimile affermare che lo stesso Nole avesse un pò allentato la presa. Rientrare in partita in certe situazioni può essere complicato per chiunque, persino per Nole l’alieno, tant’è vero che, come sottolineato in precedenza, il terzo parziale è sembrato effettivamente in bilico per lunghi tratti. Ciononostante, alla fine ha prevalso la maggiore abitudine del serbo a giocare a certi livelli e la proverbiale attitudine dei campioni di giocare al massimo i cosiddetti “big points”.
Ottima comunque la prova di Fish, uno dei pochi ancora in grado di offrire dell’autentico serve and volley, seppure a sprazzi. A testimonianza dell’ottima stagione fin qui disputata dallo statunitense, da domani Mardy sarà il nuovo numero 7 del mondo.