Probabilmente questo sarà l’asso nella manica della difesa di Salvatore Parolisi, accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, delitto per la quale è in prigione dal 20 luglio.
Un soldato ha testimoniato di non aver visto l’auto del caporal maggiore nel luogo del delitto, il bosco delle Casermette di Civitella (Teramo): dichiarazioni fondamentali, che farebbero crollare l’intero impianto accusatorio.
Il soldato, secondo il giornale “Il Centro”, sarebbe un sottufficiale in servizio al 123º reggimento di fanteria di Chieti, di vedetta proprio nel bosco delle Casermette di Civitella, accanto al chiosco accanto al quale Melania Rea fu barbaramente uccisa a coltellate: ebbene, l’uomo non vide l’auto di Parolisi sul posto, mentre l’accusa ha sempre puntato sulla presenza del marito della donna intorno alle 14.30. Il testimone, al contrario, nega la presenza della Renault Scenic di Salvatore Parolisi, che non è stata vista arrivare al chiosco attraverso la strada provinciale.
Il militare è stato ascoltato per oltre un’ora dal sostituto procuratore Davide Rosati, così come un altro sottufficiale dell’esercito, in servizio però al 235º reggimento Piceno, lo stesso di Parolisi, in qualità di persona informata sui fatti.