Sabato 10 settembre si è conclusa la 68° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, un’edizione fra le più memorabili. Parafrasando il discorso di chiusura del direttore Marco Müller, si è trattato di “un’ottima annata”.
Fra le vittorie “prevedibili” spiccava quella del bel Michael Fassbender, Coppa Volpi come miglior attore per la sua interpretazione in “Shame” di Steve McQueen.
L’attore di origini tedesche si è fatto apprezzare anche per il ruolo di Carl Jung nello psicanalitico “A Dangerous Method” di David Cronenberg, anche questo in concorso al Festival di Venezia.
Tuttavia è il più cupo (e nudo) Brandon il personaggio che ha impressionato unanimemente critica, pubblico e giuria.
Tra questi ultimi, l’onore di consegnare la Coppa Volpi è andato ad Alba Rohrwacher: “Siamo molto felici di consegnare questo riconoscimento per la migliore interpretazione maschile ad un grande attore che è stato capace di un’interpretazione straordinaria e coraggiosa in un film che ci ha commossi e turbati.”
Con “Shame” Fassbender torna a lavorare con Steve McQueen – affermato video artista britannico -, che lo aveva già diretto nel 2008 in “Hunger” (vincitore della Caméra d’or per la miglior opera prima del 61° Festival di Cannes e dell’European Film Awards per la miglior rivelazione – Prix Fassbinder 2008).
“Shame” è un film scandalo sui problemi emotivi di Brandon (Michael Fassbender), all’apparenza affermato uomo d’affari, che è costretto a condurre un’esistenza dissipata e votata al sesso (in ogni sua forma) a causa, probabilmente, di un trauma infantile. Il film è un viaggio nella quotidianità di un uomo che vive con disperazione e senza alcun sentimento l’atto sessuale, rendendolo compulsivo, meccanico, inappagante. Anche sua sorella Sissy, interpretata da una splendida Carey Mulligan, conduce una vita sregolata tra alcool, amanti occasionali e tentati suicidi.
Una spirale di corruzione esistenziale che imprigiona lo spettatore rendendolo partecipe del triste destino di Brandon, bello e dannato.
La Coppa Volpi non poteva mancare per uno dei più grandi talenti del cinema contemporaneo.