Strepitosa la vittoria del numero uno del mondo, che e’ stato piu’ volte sull’orlo del baratro, ma ha saputo uscirne vittorioso al termine di una maratona di quasi quattro ore contro Roger Federer, col punteggio di 67 46 63 62 75.
Il primo set arrivava al tie-break senza particolari sussulti, entrambi dominavano i propri turni di battuta senza concedere palle break all’avversario. Sul 4-2 Nole commetteva un doppio fallo clamoroso, che pero’ lo stesso Federer replicava immediatamente. Lo svizzero comunque non si lasciava impressionare ed andava sul 6-3 procurandosi tre set point. Il solito irriducibile Nole non faceva una piega e tornava sul 6-6, ma l’ex numero uno del mondo faceva comunque suo il set con un dritto ad uscire ed uno splendido rovescio lungolinea marca della casa.
Con un set di vantaggio l’elvetico proseguiva col vento in poppa e cominciava a deliziare la platea coi suoi colpi. Djokovic sembrava impotente, incapace di opporre rimedio ai continui cambi di ritmo di Federer, che colpiva la palla con grande anticipo, al punto da non permettere al serbo di tessere la tela del suo gioco fatto di angoli impossibili ed accelerazioni improvvise. Cosi’ anche un passaggio a vuoto come quello del quinto gioco, quando Djokovic otteneva il controbreak, veniva facilmente digerito dallo svizzero che tornava a strappare la battuta all’avversario. Sara’ il break decisivo del set, chiuso sul 6-4.
Sotto due set a zero al serbo non restava altro da fare che giocare il tutto per tutto. E cosi’ era infatti: break in apertura di set e il match cambiava padrone, tanto inaspettatamente quanto rapidamente. In pratica Federer usciva completamente di scena, mentre Djokovic saliva in cattedra e prendeva a pallate l’ex numero uno del mondo. Stessa musica nel quarto parziale, Djokovic si permetteva persino il lusso di sprecare due set point sul 5-1, prima di chiudere 6-2.
Il match sembrava incanalato verso una clamorosa rimonta di Nole, ed in effetti e’ andata proprio cosi’, ma certo il destino a volte sceglie le vie piu’ tortuose ed inaspettate per giungere a compimento. Federer, infatti, si risvegliava dal suo torpore e il match saliva clamorosamente di livello. Entrambi ora giocavano al massimo, sfidandosi a colpi di rovesci e di dritti, come due pugili che se le suonano di santa ragione. L’equilibrio regnava fino al 4-3 Federer, quando Djokovic andava completamente in tilt e perdeva il servizio a zero. Federer andava cosi’ a servire per il match: tutto regolare fino al 40-15, due matchpoint per Federer. Ma sul primo il serbo indovinava e soprattutto rischiava con un coraggio incredibile (o era incoscienza?) una risposta di dritto incrociato da antologia. A questo punto Nole invitava platealmente il pubblico (per tutto il match chiaramente dalla parte del “vecchio campione”) a sostenerlo. Sul secondo matchpoint l’elvetico era sfortunato, con il nastro che mandava fuori un suo dritto. Da qui in avanti Roger non era piu’ in grado di rialzarsi e usciva nuovamente (e definitivamente) di scena: cedeva il servizio con un clamoroso doppio fallo e subiva un parziale di quattro giochi a zero, mentre Djokovic non sbagliava piu’ un colpo e volava verso l’ennesima finale dell’anno.
Lo svizzero avrebbe probabilmente meritato miglior fortuna, ma ha ancora una volta pagato dazio alla propria fragilita’ mentale. Ad ogni modo, dare per finito un giocatore che ha fatto tremare (e forse anche qualcosa in piu’) l’imbattibile Djokovic di questa favolosa annata ci pare un’assurdita’: Roger e’ ancora li’, certo gli anni passano per tutti, ma l’ex numero uno del mondo ci sembra ancora in grado di piazzare almeno un’altra zampata da Grand Slam prima di lasciare. E non va certo dimenticato che e’ stato praticamente l’unico quest’anno a sconfiggere l’invincibile Djokovic “quasi” due volte (l’unica altra sconfitta contro Murray fu causata dal ritiro del serbo). Ma tant’e’, nel tennis vince chi fa l’ultimo punto e ancora una volta quel qualcuno e’ stato Novak Djokovic. Gli aggettivi per raccontarne le gesta di questa stagione sono praticamente esauriti e anche se oggi sembrerebbe facile aggiungere “fortunato” alla lista, la caparbieta’ e la risolutezza dimostrate ancora una volta dal serbo non fanno che accrescerne i meriti straordinari: vincere un match perso praticamente due volte davvero non ha prezzo e se dovesse trionfare anche in finale avra’ completato un 2011 semplicemente stratosferico.
L’altro finalista e’, manco a dirlo, Rafa Nadal. Lo spagnolo ha sconfitto ancora una volta in una semfinale del Grand Slam (e’ la terza volta consecutiva) lo scozzese Andy Murray col punteggio di 6-4 6-2 3-6 6-2.
Certo, andare in campo dopo un epico Federer-Djokovic non dev’essere facile. Il match comunque, pur non raggiungendo le vette d’intensita’ di gioco e di tensione agonistica dell’altra semifinale non ha tradito le attese. Murray ci ha provato, ma alla fine ha avuto la meglio lo strapotere fisico dello spagnolo. Ha sprecato anche molto lo scozzese, come nel primo set ad esempio: due palle break nel sesto gioco e Nadal che fiutava subito l’occasione e piazzava il break decisivo nel game successivo, mentre Murray ancora rimuginava sulle occasioni sciupate prima.
In apertura di secondo set Andy si procurava altre tre palle break, ma il solito Nadal se la giocava punto a punto e rimaneva agganciato allo scozzese fino al quinto gioco: altro break e Murray completamente in bambola, 6-4 6-2 Nadal.
Finalmente al secondo gioco del terzo set Murray otteneva il suo primo break, per poi farsi controbrekkare subito dopo. La sensazione diffusa era di un match avviato verso una comoda vittoria in tre set di Nadal, ma quando meno te lo aspetti lo scozzese piazza la zampata decisiva: break all’ottavo gioco e stavolta Andy non si faceva sorprendere e rientrava in partita: 6-3 Murray.
Se qualcuno cominciava a pensare ad un’altra epica rimonta, non aveva neanche il tempo di abituarsi all’idea, perche’ gia’ al secondo gioco del quarto parziale il match prendeva la sua piega definitiva. Nadal otteneva l’ennesimo break e non si faceva piu’ riprendere, anzi piazzava un altro break ed andava a chiudere set e match. Davvero incredibile comunque la tenuta fisica dello spagnolo, che e’ sembrato fresco come una rosa dalla prima all’ultima palla.