Ormai siamo abituati all’idea che la Rai non possa essere considerata un’azienda normale, di quelle che, pur rendendo un servizio pubblico, operano nel mercato cercando di vendere prodotti di qualità e di ricavarne un profitto che le permetta di crescere. Vuoi perchè un vero mercato nel settore radiotelevisivo non esiste, vuoi perchè i prodotti sono sempre più scadenti e omologati, vuoi ancora perchè il profitto non è il fine principale della sua attività. Eppure certe cose ancora ci stupiscono.
Prendiamo l’ultima voce che circola con una certa insistenza a Viale Mazzini: il posto in palinsesto lasciato da Annozero di Michele Santoro potrebbe essere riempito da un nuovo format di approfondimento politico condotto da Giuliano Ferrara. Ora, la notizia potrebbe anche non suonare strana, se non fosse che nell’ultimo anno l’azienda ha imposto la chiusura di programmi di indubbia qualità e dagli ottimi ascolti, come Vieni via con me, di Fazio e Saviano, lo show satirico Parla con me di Serena Dandini (entrambi passati a La7) e ovviamente Annozero, la trasmissione di approfondimento in assoluto più seguita in Italia. Ecco, pare che i vertici non siano ancora contenti: dopo aver perso milioni di euro in entroiti pubblicitari e aver svuotato i palinsesti di alcuni dei programmi e dei personaggi più apprezzati dal pubblico, si starebbe profilando un’ipotesi inspiegabile tanto quanto le scelte autolesioniste degli ultimi mesi.
A dare l’annuncio è Giuliano Ferrara, intervistato da Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano: “E’ stata un’ispirazione, ho preso la cattedra di Enzo Biagi e ora il trono di Michele Santoro”. L’Elefantino, dopo gli ascolti disastrosi della sua rubrica Radio Londra, potrebbe essere premiato dal direttore Lorenza Lei con la prima serata del giovedi sera di Rai 2, quella che faceva in media il 23% di share quando c’era Annozero di Santoro, Travaglio e Vauro, e che è precipitata intorno al 10% col flop di Star Academy. Una strana ricompensa, se si tiene conto dei dati d’ascolto dell’editoriale di Ferrara: Radio Londra, pur godendo di una delle più prestigiose collocazioni del palinsesto di Rai1, quella storica de Il Fatto di Enzo Biagi, non sfonda il limite del 15% di share.
Intanto la direzione mette già le mani avanti: “Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione” avrebbe dichiarato la Lei. Certo che se questi sono i presupposti, non ci sarà da stupirsi se il programma dovesse rivelarsi l’ennesimo tentativo fallito di imporre a tutti i costi un programma e un giornalista che non fanno servizio pubblico, per il semplice fatto che è proprio il pubblico a mancare.