Oggi è il fatidico giorno: i giudici emetteranno la sentenza d’appello del processo per l’omicidio di Meredith Kercher.
La studentessa inglese fu uccisa a Perugia il 1 novembre 2007 e, dopo quasi 4 anni, sarà il momento della verità per Raffaele Sollecito e Amanda Knox, i due ex fidanzati accusati del delitto.
Inizialmente condannato a 30 anni di reclusione, è finito in carcere anche Rudy Guede: l’ivoriano, col processo abbreviato e le attenuanti, ha ricevuto una pena definitiva di 16 anni, già confermata in Cassazione il 16 dicembre 2010.
Per quanto riguarda gli altri due giovani, la procura generale ha chiesto l’ergastolo, mentre le difese la loro assoluzione.
Il movente dell’omicidio sarebbe di tipo “erotico, sessuale, violento”: queste le motivazioni della sentenza di primo grado nei confronti di Amanda e Raffaele.
“Siamo consapevoli dell’innocenza di una ragazza da mille giorni in carcere – ha detto uno dei legali della ragazza – Amanda è diversa da come è stata descritta. Affrontiamo questo processo con animo più sereno rispetto al primo grado. Abbiamo avuto conforto dai risultati sulle tracce di Dna: oggi le reti sono vuote e ci sono pochi elementi”. Amanda, continua l’avvocato, è stata “crocifissa, impalata, sulla pubblica piazza dai media. Chi, se non lei, è stata travolta da uno tsunami? Siate rispettosi del dolore per la morte di Meredith Kercher, ma non commettete l’errore di tenere in carcere due innocenti. Il dolore non è un argomento giuridico”.
Invece l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, ha definito il suo assistito “una figura processualmente inesistente”, “Nulla lo collega al delitto”.
Giornalisti italiani e stranieri hanno invaso l’antica piazza Matteotti di Perugia, sede degli uffici giudiziari; arrivano pulmini da ogni parte del mondo, soprattutto quelli di tv inglesi ed americane, ma anche tedesche e francesi.
I cittadini appaiono chiaramente infastiditi da questo afflusso insolito, ma non si sono fatti coinvolgere molto dalla vicenda giudiziaria.
Arline, Lyle e Stephanie Kercher (madre, fratello e sorella di Meredith) si son detti allibiti “per la prosecuzione di un tam tam mediatico di assoluzione dei due imputati”. Anche loro tre saranno a Perugia per la sentenza d’appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox.
“Ci vorrebbe il silenzio totale per permettere ai giudici di emettere la sentenza liberamente. Comunque verremo a Perugia con assoluta fiducia nei giudici italiani e per ricordare Meredith davanti alla Corte”. Resteranno invece a Londra il padre di Meredith e l’altro fratello, che si chiamano entrambi John.