A pochi giorni dal suo insediamento, il nuovo governo di Mario Monti ha già suscitato le prime polemiche. Anche se le misure sono ancora tutte allo studio, le linee direttrici lungo cui si muoverà per risollevare la situazione economica dell’Italia sono state già delineate.
Dalle pensioni alla reintroduzione dell’Ici, dalle tasse sul lavoro al rilancio delle infrastrutture, questi gli interventi al vaglio dell’esecutivo.
Nel suo discorso programmatico Mario Monti ha dichiarato che l’assenza di tasse sulla prima casa sia una “peculiarità se non un’anomalia”.
La tassa abolita da Silvio Berlusconi nel 2008 potrebbe presentarsi sotto forma progressiva: pagherà di più sulla prima casa chi ha più case. Prevedibile anche un aggiornamento delle rendite catastali, ferme a 15 anni fa.
L’Ici potrebbe non chiamarsi comunque più così: potrebbe presentarsi come Imu, l’imposta municipale unica prevista dal federalismo fiscale. L’incasso potrebbe rimanere ai comuni.
Sull’argomento il governo Berlusconi aveva già previsto una nuova imposta municipale dal 2014. Monti, inoltre, starebbe pensando all’ipotesi di una patrimoniale sugli immobili.
Ritorna, dunque, una delle tasse più odiate dagli italiani. Non resta che sperare che non arrivi la stangata!
IL PARTITO INTERNETTIANO SCRIVE AL PROFESSORE MARIO MONTI
Egregio professore Mario Monti,
per la fiducia posta nel Suo rigore intellettuale eravamo certi che, prima di chiedere ulteriori sacrifici agli Italiani, avrebbe convocato in Parlamento il Presidente della Corte Dei Conti, affinché certificasse che la corruzione costituisce “la terza fonte di danno erariale, con un peso del 17 % a cui bisogna aggiungere i reati di peculato e le truffe a danno dello Stato” e che Lei avrebbe giurato solennemente agli Italiani di identificare i corrotti ed i corruttori, per porre fine alla incontrastata festa predatoria di danaro pubblico che dura da decenni e che nel 2011, soltanto in corruzione, costa agli Italiani circa 78 miliardi di € pari a 213 milioni di € al giorno.
Abbiamo disperatamente ed inutilmente cercato fra i provvedimenti urgenti un Suo atto politico che recepisse la direttiva europea contro la corruzione, direttiva temuta ed avversata come la peste dai nostri politici e già adottata dai paesi europei, e che Lei in Parlamento desse seguito alla lettura dell’ articolo contro il traffico d’ influenze illecite che punisce “chiunque, vantando credito presso un pubblico ufficiale, ovvero adducendo di doverne comprare il favore o soddisfare le richieste, fa concedere o promettere a sé o ad altri denaro o altra utilità quale prezzo per la propria mediazione o quale remunerazione per il pubblico ufficiale”. Tale articolo, se operante in Italia, allenterebbe la pressione delle Borse, poiché lascerebbe nelle casse del Tesoro mediamente 200 miliardi di € all’ anno utili per diminuire il debito pubblico.
Non solo non e’ stato invitato il Presidente della Corte Dei Conti, organo costituzionale che diligentemente informa gli Italiani sulla devastazione morale e finanziaria apportata dalla corruzione politica all’ Italia, ma, nei Suoi interventi, non abbiamo sentito né considerazioni né provvedimenti contro questo accertato e noto cancro erosivo che inevitabilmente conduce alla rovina il nostro Paese.
Ad esclusione di alcuni che denunciano i corrotti, nel Parlamento Lei si è rivolto al più ricco, ramificato ed incontrastato Comitato d’ affari della spesa pubblica, che invece di realizzare riforme ed opere per il bene comune per poi chiedere democraticamente i voti, da decenni corrompe, nega diritti per concederli come favore clientelare, si arricchisce praticando illecitamente intrusioni e mediazioni di ogni voce di spesa pubblica affidata dalle leggi della Repubblica a regolari prassi amministrative, come l’ indire correttamente aste per assegnare al migliore offerente forniture, servizi ed appalti per i lavori pubblici nell’ interesse della collettività.
Il Suo discorso è stato rivolto ai presenti prevalentemente corrotti e corruttori di tutti i tipi:
quelli a cui generosi appaltatori di opere pubbliche, a loro insaputa, hanno pagato l’ acquisto e la ristrutturazione di costosi appartamenti;
quelli che nei propri collegi “mazzettano” l’ assegnazione clientelare di ogni tipo di lavoro pubblico;
quelli che collocano in delicati luoghi istituzionali conoscenti o parenti o inventano, a spese dell’ erario, enti nuovi spesso inutili e dannosi per affidarli agli amici e agli amici degli amici che raccolgono voti;
quelli che hanno eletto il proprio commercialista a mediatore e si sono organizzati facendosi una Fondazione a vocazione “culturale”, in cui la Guardia di Finanza non può accedere;
quelli a cui la protezione civile assegna, in nome dell’ urgenza, la possibilita’ di concedere appalti a chiamata pagati in tempi reali ;
quelli che, avendo collaudato la facilità con cui impunemente ci si può arricchire, grazie alla disinformazione dei contribuenti, non disposti a dare neanche un minuto del loro impegno per il bene comune, si rifiutano di concepire e formulare piani di fattibilità, facendo così perdere miliardi di € assegnati dall’ Europa all’ Italia per realizzare opere utili che darebbero lavoro;
quelli che nel Sud si servono della miseria del Mezzogiorno e, in combutta con imprenditori amici, costruiscono stabilimenti che chiudono puntualmente dopo aver incassato le erogazioni a fondo perso;
quelli che, con criminale indifferenza, probabilmente per lucrare sugli interessi, non pagano in tempi utili le imprese che hanno dato servizi o forniture allo Stato, pur sapendo il dramma che causano a decine di imprenditori creditori portati al fallimento per mancanza di liquidità ;
quelli che, invece di elaborare costi standard sulle forniture sanitarie realizzando un considerevole risparmio per lo Stato, hanno fatto lievitare la spesa corrente del settore sanitario del 50% ;
quelli che ci offrono lo scenario di migliaia di opere pubbliche incompiute, costruite male e pericolose e che ci costano il triplo in confronto agli altri Paesi europei;
quelli che, per non colpire parassitismi e dannose rendite di posizione, preferiscono buttare sul lastrico migliaia di precari della scuola operando tagli lineari e non selettivi.
Egregio professore Mario Monti, il risanamento delle finanze è possibile solo e soltanto allontanando i corrotti dai luoghi istituzionali, poiché a nulla valgono le maggiori entrate se messe nelle mani dei famelici Comitati d’ affari della spesa pubblica, che spadroneggiano ed imperversano sino ad ostentare senza ritegno le proprie malversazioni.
Ricorreremo all’ Europa chiedendo di aggiungere ai 39 punti il quarantesimo, per imporre all’ Italia la ratifica della direttiva europea contro la corruzione, introducendo la punibilità sino a 6 anni del diffusissimo reato di traffico d’ influenza: e’ il solo modo possibile per liberare il nostro Paese dai mostruosi intrecci di relazioni illecite ad opera di bande di personaggi senza scrupoli, che ignorano il senso della Stato e si attivano solo per i propri interessi personali a scapito di quelli della Comunità.
Egregio professore Mario Monti, sono nei patrimoni dei corrotti le risorse che sta cercando, patrimoni dalla consistenza immensa che sarebbe ora di inseguire negli impensabili angoli del globo in cui sono nascosti, dove la Guardia di Finanza ha la capacità professionale di scovarli e le motivazioni costituzionali e morali per restituirli alla Comunità nazionale.
Distinti saluti
francesco miglino
segretario del partito internettiano
Vorrei ricordare al Presidente Monti che la mancanza dell’ici quale anomalia Italiana dovrebbe essere considerata dopo altre anomalie Italiane : imposte su qualsiasi cosa , assicurazioni auto dal costo cinque volte la media europea , il bollo auto inesistente o simbolico nel resto d’europa , gli apocalittici costi dei passaggi di proprietà ,i costi dei cc. bancari , gli assurdi poteri e modi comportamentali di Equitalia, ………….mi fermo qui.
Vorrei ricordare all’ex Presidente Berlusconi che vinse le elezioni con l’abolizione dell’ici e con una promessa non attuata di riduzione del carico fiscale . In quella occasione il Popolo delle Libertà fu presente in gran numero (un milione) a Piazza S.Giovanni contro il governo Prodi a causa delle rapine fiscali perpetrate ai nostri danni.
Prima di essere definitivamente rovinati da Monti e dai Bocconiani ,veri cancri dell’economia , ritroviamoci , questa volta davanti al Parlamento , possibilmente in più di un milione , per far capire che non accettiamo Colpi di Stato ai nostri danni da parte dei banchieri. Loro hanno speculato, loro paghino con i loro patrimoni!