E’ il giorno della verità per Silvio Berlusconi: prosegue da ieri la conta per verificare se esiste ancora una maggioranza numerica in Parlamento a sostegno dell’esecutivo. I numeri sono in continua evoluzione, cambiano minuto per minuto, nel conteggio estenuante delle intenzioni di dissidenti e “traditori“, come li ha definiti ieri il Premier. La conta finale è fissata per oggi alle 15.30, con la votazione alla Camera del rendiconto dello Stato.
Per valutare le ultime defezioni possibili e provare a scongiurarle, Berlusconi è arroccato da ieri a Palazzo Grazioli, dove sta ricevendo i dissidenti del Pdl per convincerli a votare a favore della maggioranza: la soglia salvezza per il governo è 316 voti, ma ad ora sembra molto lontana. Solo il dopo il voto Berlusconi deciderà cosa fare.
Intanto Umberto Bossi dà la prima chiara spallata al governo, dichiarando ai cronisti: “Abbiamo chiesto a Berlusconi di fare un passo di lato, laterale”. E alla domanda sulla possibilità che il successore sia Alfano, il Senatur risponde: “E se no chi mettiamo il segretario del Pd?“. D’altronde già ieri il ministro Calderoli suggeriva un esecutivo temporaneo a guida Alfano in vista di elezioni a gennaio. E proprio Alfano, supportato da Gianni Letta, ha fatto l’ultimo tentativo di convincere il Premier a farsi da parte e a favorire un governo di larghe intese.
Il Presidente esclude questa possibilità e decide di tentare il tutto per tutto: vuole “guardare in faccia i traditori“, consapevole che qualunque sia l’esito del voto sul rendiconto, bisognerà trarre le dovute conclusioni. E quella delle dimissioni sembra ormai una scelta obbligata.