Il sabato di campionato premia le squadre in trasferta. Nei quattro anticipi disputati, ieri, tre sono state le vittorie esterne contro un solo successo interno, quello dell’Inter sulla Fiorentina.
Lazio, Genoa e Cesena hanno conquistato i 3 punti sbancando rispettivamente Lecce, Siena e Palermo.
Se la Lazio aveva bisogno di un leader, quest’anno è riuscito a trovarlo in Miroslav Klose. Il polacco è stato l’assoluto protagonista della sudata vittoria biancoceleste al Via del Mare contro il Lecce.
L’ex Bayern ha sfornato due gol pregevoli e un assist, regalando alla truppa di Reja un successo prezioso che fa balzare provvisoriamente i capitolini al secondo posto in classifica ad un punto dalla Juventus. Il Lecce del neo mister Cosmi ha giocato bene, portandosi in vantaggio con un rigore messo a segno da Di Michele e sfiorando più volte il raddoppio, evitato anche da un Marchetti in serata di grazia. Poi il pari di Klose e il sorpasso laziale a inizio ripresa con il rasoterra vincente di Cana. Nuovo pareggio pugliese con la zuccata di Ferrario e via allo spettacolo finale. Prima Di Michele sfiora il gol con un pallonetto, poi all’86’ arriva il colpo vincente di Klose, che sfrutta al massimo il preciso cross di Cissè per spedire il pallone in rete con un perfetto colpo di testa, fissando il risultato sul 3-2. Il Lecce ha tanto da recriminare: la vittoria era possibile, ma i salentini hanno pagato caro gli errori sotto porta dei suoi uomini più in forma. Per Cosmi, seppur sconfitto, l’inizio fa ben sperare, ma il percorso per la salvezza è più che mai accidentato.
Ritrova il sorriso l’Inter, che al Meazza ha battuto la Fiorentina per 2-0 con le firme di Pazzini e Nagatomo. Migliore in campo tra i nerazzurri Coutinho, un pericolo costante per la difesa viola, apparsa in affanno in più di un’occasione. Lo conferma la dinamica del primo gol: Coutinho lancia lungo dalla metà campo, Natali si dimentica di Pazzini che sbuca alle sue spalle e in uscita beffa Boruc con un delizioso lob di esterno. Fortunoso il raddoppio di Nagatomo, con il pallone che gli sbatte addosso e finisce in rete dopo il tentativo di Pasqual di spazzare la palla dalla propria area. La Fiorentina incassa i colpi e non mostra segni di ripresa, anzi rischia di subire ancora, ma prima Muntari e Pazzini dopo non riescono ad arrotondare il risultato. Con la vittoria di ieri, i nerazzurri riscattano il brutto scivolone casalingo contro l’Udinese di una settimana fa. La squadra ha tenuto sempre in mano il pallino della gara, ha fatto vedere buone giocate da parte dei singoli e anche Pazzini si è sbloccato dopo l’erroraccio dal dischetto nel finale di match contro i friulani. Dall’altro lato, Fiorentina bocciata. Il trionfale 3-0 sulla Roma di appena sette giorni fa sembra un ricordo nel tempo. I viola hanno fatto vedere ben poco, hanno costruito anche meno, rimediando un ko che solo la sorte ha reso meno pesante. Il mal da trasferta continua e ora le sconfitte lontano dal “Franchi” salgono a cinque.
Terzo stop consecutivo del Siena, che in casa si arrende per 2-0 al Genoa. Il periodo di appannamento dei bianconeri – appena un punto conquistato negli ultimi cinque turni – passa anche per il momento di confusione dei suoi attaccanti. La squadra crea, gioca, ma a mancare è la finalizzazione. Calaiò è una minaccia per i rossoblù, sfiora in due occasioni la rete di testa, Destro si muove molto ma non riesce a incidere. Il Genoa invece è più cinico e dopo aver sfiorato il gol con Merkel nel primo tempo – gran parata di Brkic sul tiro del tedesco – passa in vantaggio grazie a Rossi che sfrutta un’errata uscita del portiere senese sul cross di Constant. Destro si divora il pari a un passo dal portiere sparando sulla traversa la palla che poi ricade in campo, i liguri tentano invano di chiudere la pratica con Pratto e Palacio. L’argentino si riscatta al 92’ mettendo a segno il gol del 2-0 dopo aver dribblato anche Brkic.
Il Genoa riprende il cammino dopo due zeri consecutivi e con 18 punti si porta a ridosso della zona Europa League, a -2 da Napoli e Palermo.
Il Palermo di Devis Mangia incappa nella prima sconfitta al Renzo Barbera. A violare la roccaforte dei siciliani ci è riuscito il Cesena, assoluto padrone del campo per tutti i novanta minuti. Autentico trascinatore dei romagnoli l’uomo più atteso, Adrian Mutu. Dove c’è il romeno, c’è il pericolo.
Il numero 10 bianconero cerca il gol con insistenza, fa correre un brivido ai tifosi di casa con un sinistro potente che Benassi disinnesca con una gran parata, ma lavora anche per la squadra. Dopo una sgroppata di cinquanta metri serve Eder che manda il suo diagonale di poco a lato, qualche minuto dopo invita Candreva al gol, Benussi però respinge ancora. Il Palermo risponde con Acquah, ma è su Silvestre e Miccoli che il giovane portiere Ravaglia si supera. I rosanero però soffrono e il copione è lo stesso anche nella ripresa. Mutu è pericoloso su una punizione al limite dell’area, poi al 63’ su calcio d’angolo salta più in alto di tutti e di testa mette a segno il meritato 1-0.
Il Palermo si vede solo con una conclusione da fuori area di Miccoli che Ravaglia smorza in due tempi. Troppo poco per i padroni di casa, molto meno aggressivi rispetto agli altri match giocati al Barbera, forse convinti di avere vita facile con un avversario considerato debole. E, invece, i romagnoli hanno finalmente tirato fuori il carattere strappando 3 punti d’oro in chiave salvezza.
La squadra di Arrigoni ha guadagnato in compattezza e organizzazione e sta cominciando a vedersi quella qualità tecnica che finora era rimasta tale soltanto sulla carta. In più, c’è il jolly Mutu che è tornato a fare la differenza. Anche se la classifica rimane difficile – i romagnoli sono terzultimi –, ora forse in casa cesenate può ricominciare a spuntare qualche sorriso.