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Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400

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Dopo gli eventi espositivi strettamente monografici a cui le Scuderie del Quirinale ci avevano abituato negli ultimi cinque anni -Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Caravaggio e Lorenzo Lotto-, l’attenzione viene spostata sul rapporto tra i maestri, a cominciare dall’incontro-confronto tra Filippino Lippi e Sandro Botticelli, attuali protagonisti dell’importante sede espositiva.
Tre le sezioni espositive in cui sono suddivise le opere presenti al primo piano. La prima è dedicata alle radici della produzione pittorica di Filippino, per render conto delle quali non poteva mancare la grande tavola rappresentante La Madonna col Bambino e storie della vita di Sant’Anna dipinta dal padre Filippo tra il 1452 e il 1453. Accanto al celebre Tondo Bartolini, esposto in modo tale da rendere osservabile anche il retro con uno Studio per uno stemma con grifone alato, è stato giustapposto al prezioso Studio di testa femminile con velo, in modo da illustrare la funzione preparatoria del foglio rispetto all’opera finita e svelare l’influenza dell’attività disegnativa del padre sulla produzione grafica del figlio.
Gli esordi di Filippino sono documentati, inoltre, dalla predella con Presentazione al Tempio, Adorazione dei Magi e Strage degli innocenti realizzata, a più mani, dal giovane pittore fiorentino, Fra Diamante ed altri collaboratori.
Nella seconda sezione del primo piano viene esplorato il rapporto tra Lippi e Botticelli, costituisce il fulcro dell’intera rassegna. Da un lato è stata sistemata La Madonna adorante il Bambino proveniente dagli Uffizi, l’opera forse più famosa di Filippino, e dall’altro lato, posizionate su due pareti speculari, l’Adorazione dei Magi dipinta dal Filipepi nel 1476 e quella più tarda di un paio d’anni di Filippino a confronto.
Interessante la presenza, soprattutto alla luce della esaustiva scheda di Jonathan K. Nelson presente in catalogo, di diverse tavole con Storie di Ester che dovevano decorare due differenti cassoni, divise oggi tra varie collezioni straniere e riunite in occasione della mostra.
Passando poi alla sezione successiva, al visitatore viene presentata la prima attività indipendente di Lippi ed il periodo sotto la protezione di Lorenzo il Magnifico. In questo spazio, fra gli altri, è possibile ammirare lo splendido Tondo Corsini e i tondi dell’Annunciazione per il Palazzo Comunale di San Gimignano e dell’Annunciazione di Cestello, dipinta da Sandro almeno quattro anni più tardi delle tavole di Filippino.
Interessante l’esposizione della porta intarsiata con le figure di Dante, Petrarca e libri della Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, cui viene efficacemente affiancato lo Studio per la figura petrarchesca del battente destro, nel quale è facile ravvisare la mano di un Filippino che era stato chiamato a concorrere, insieme al Botticelli, per aggiudicarsi la commessa. Presenti, inoltre, l’Apparizione della Vergine a San Bernardo, la presenza del notevole Sant’Antonio Abate in legno, scolpito da Benedetto da Maiano su idea di Filippino, difficilmente accessibile, dato che è conservato presso la Curia Arcivescovile di Lucca.
Al secondo piano la prima sezione è dedicata agli affreschi della Cappella Strozzi in Santa Maria Novella
e la seconda alla decorazione della Cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva; qui la Madonna Strozzi e la panca intagliata dai Del Tasso su disegno di Filippino di collezione privata.
Diversi i disegni esposti anche per la sesta ed ultima unità espositiva dedicata alle fantasie mitologiche e alla pittura devota degli ultimi anni. Nella sezione sugli affreschi fiorentini spicca la tavoletta berlinese con la Musa Erato, con la quale giungono certamente al culmine gli studi di Filippino intorno alle interpretazioni allegoriche del tema delle Muse, condotte di pari passo ai lavori della Cappella Strozzi. Sulla stessa parete, la Liberazione di Andromeda degli Uffizi, dipinta da Piero di Cosimo ancora su commissione Strozzi.
Esposti freschi di restauro anche la pala rappresentante la Madonna con il Bambino, i santi Giovannino, Martino di Tours, Caterina d’Alessandria e due donatori.
A chiudere la rassegna una tavola del Maestro fiammingo della Leggenda di Sant’Orsola e due ante laterali di Filippino, con l’esposizione di una versione meno nota della botticelliana Comunione di San Girolamo.