L’ennesimo problema burocratico impedisce la partenza del Tfa nelle università italiane, l’unico percorso abilitante all’insegnamento in seguito all’entrata in vigore del Regolamento sulla formazione iniziale.
Il risultato è che tanti giovani insegnanti neolaureati o in servizio, aspettano esausti la possibilità di conseguire il titolo necessario per accedere alla professione.
Dopo la pubblicazione del Miur dell’offerta formativa delle università (26mila posti complessivi), ci si è accorti che un cavillo giudiziario riguardante il decreto n.139, del 4 aprile 2011, non torna con i numeri dei posti previsti a causa del “vincolo” del fabbisogno.
Una lunga vicenda intricata e assurda che tiene in sospeso le vite di tanti aspiranti insegnanti. La storia del TFA rasenta ormai la problematicità di un romanzo kafkiano e getta nell’incertezza un’intera generazione.
A questo punto, i tanti ragazzi che aspettavano di fare il tirocinio formativo devono improvvisamente cambiare rotta, se non vogliono starsene un altro anno con le mani in mano.
Master, concorsi e dottorati presso le università, sembrano traguardi più accessibili e un po’ meno intricati da comprendere. In attesa che qualcosa si sblocchi nella giungla burocratica dell’Italia di oggi.
credo che siamo cadutibdalla padella alla brace dalla Moratti alla Gelmini a Profumo.Chi dovrà ancora soffrire siamo noi precari della scuola e non,ormai più vicini a una miserevole pensione che a una gratificata carriera.Dopo tanti studi ci fanno vedere la cattedra come i miraggi nei deserti.
La casta dei gestori dei master deve far cassa !!!!!!!
Questo il motivo principale.