Home Varie Medicina & Salute Malaria, sempre più diffusa. La colpa è dei cambiamenti climatici

Malaria, sempre più diffusa. La colpa è dei cambiamenti climatici

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L’epidemia di malaria continua ad espandersi in tutto il mondo e la colpa, secondo gli esperti, è da attribuirsi ai cambiamenti climatici. L’allerta arriva dagli specialisti riuniti a Ginevra per un incontro sulla malaria organizzato dalla Sigma-Tau e la fondazione no-profit Medicines for Malaria Venture (Mmv).

I cambiamenti climatici, spiegano gli esperti, stanno infatti facendo aumentare le zone in cui la zanzara vettore della malattia può vivere e infettare l’uomo. Secondo le stime, più del 40% della popolazione mondiale rischia di essere contagiato e, anche se il 90% dei casi si registra in Africa, la nuova frontiera della patologia (seconda malattia infettiva al mondo per mortalità e numero di casi dopo la tubercolosi) è il sud-est asiatico, dove l’83% della popolazione, pari a un miliardo e 300 milioni di persone, è a rischio.

Ma un passo avanti sembra essere stato fatto, in questi ultimi tempi, da un team internazionale di scienziati che potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci. I ricercatori hanno scoperto nuovi modi in cui il parassita della malaria sopravvive nel sangue delle sue vittime. La scoperta, finanziata dal Wellcome Trust, dalla Commissione europea, dall’Inserm e da EPFL, è stata fatta dal team guidato dal professor Andrew Tobin dell’Universita’ di Leicester e dal professor Christian Doerig della Monash University, ed è stata pubblicata su Nature Communications. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la malaria infetta attualmente più di 225 milioni di persone in tutto il mondo ed è causa di circa 800.000 morti ogni anno.

E’ tra i bambini dell’Africa che si manifesta il maggior numero di decessi. La malattia è causata dal parassita della malaria, Plasmodium, che viene iniettato nell’uomo attraverso la puntura della zanzara femmina Anopheles. La ricerca è il risultato di una collaborazione tra scienziati dell’Università di Leicester, nel Regno Unito, una squadra del francese Institut National de la Sante’ et de la Recherche Me’dicale (Inserm) che lavora presso il Wellcome Trust Centre for Molecular Parasitology, in Glasgow, e una dell’Ecole Polytechnique Fe’de’rale de Lausanne (EPFL, Switzerland). “Sono orgoglioso di essere coinvolto in una collaborazione che ha un tale impatto sulla ricerca sulla malaria. Il nostro studio – ha detto Tobin – apre nuove strade per i ricercatori nel trovare nuovi farmaci che curano la malaria”. Doerig ha spiegato: “Abbiamo dimostrato che un elemento cruciale richiesto da parassiti della malaria per sopravvivere nel sangue umano è un gruppo di enzimi chiamati chinasi proteiche. Se riusciamo a bloccare il lavoro di queste proteine potremmo uccidere i parassiti della malaria. Siamo ora alla ricerca di farmaci che fanno esattamente questo, fermare la proteina-chinasi. Se troviamo questi farmaci allora avremo un nuovo modo di uccidere il parassita della malaria”.

 

1 COMMENTO

  1. ma che vergogna, in giro a fare gli scineziati ed in Italia s licenziare i dipendenti solo per fare più profitto loro! fuori dai circuiti seri certe aziende, farsi belli con la pelle di chi lavora è uno schifo!

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