E’ stata la prima conferenza stampa di fine anno per Mario Monti: il presidente del Consiglio ha spiegato oggi alla stampa le linee generali della cosiddetta fase 2 della manovra, rispondendo poi alle domande di una ventina di giornalisti. Sui provvedimenti allo studio del governo, il Premier si è espresso così: ”Faremo una politica di crescita che avrà come leva l’equità. (…) Dopo il pacchetto ‘Salva Italia’ da oggi non avrei obiezioni se decideste di chiamare la fase che comincia ‘Cresci Italia’. Noi vogliamo lavorare per tutti dispiacendo un pò a ciascuno”. Per quanto riguarda i tempi, anche stavolta dovranno essere piuttosto veloci: le misure per la crescita sono attese già per l’Eurogruppo del 23 gennaio e poi per il Consiglio europeo del 30.
Monti ha annunciato che ci saranno misure sul fronte delle liberalizzazioni, del lavoro e degli ammortizzatori sociali (con particolare attenzione al problema del precariato giovanile), delle infrastrutture e della ricerca. Inoltre saranno stabiliti obiettivi di razionalizzazione delle risorse per favorire la coesione territoriale. E potrebbe arrivare anche la riforma della giustizia, tanto invocata e mai realizzata dal precedente esecutivo: ”La giustizia – ha dichiarato Monti – sarà molto coinvolta nella questione dello sviluppo e della crescita perché il funzionamento o il non funzionamento della giustizia civile è considerato uno dei principali fattori di competitività e attrattività per il paese”. In risposta ad una domanda su una eventuale riforma elettorale, il Premier non ha dato indicazioni precise: ”Io non caldeggio nessuna particolare riforma istituzionale. Sono tifoso come cittadino – ha aggiunto – del fatto che i partiti operino e so che si accingono ad operare per sciogliere in dialogo tra loro fondamentali snodi”.
Monti ha rivolto infine un ”augurio ai cittadini che sono i destinatari del nostro lavoro. Sono ben consapevole che ho chiesto loro molti sacrifici, molte rinunce, molto sforzo anche mentale per capire l’esigenza di alcune trasformazioni – ha detto il Premier – e credo che pur nell’insofferenza, che capisco, ci sia una grande comprensione della necessità di questo sforzo comune per dare un’Italia più degna a tutti noi e una maggiore speranza ai nostri figli e nipoti”.