Non c’è pace per Nicola Cosentino. Il coordinatore regionale del Pdl campano, nonchè ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi, è stato oggetto di una denucia per mobbing da parte di un ex collaboratore. Un altro grattacapo, che va ad aggiungersi a quelli ben più gravi dovuti alle recenti vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto: su Cosentino pende un mandato d’arresto, con l’accusa di falso, riciclaggio, corruzione e altri reati e l’aggravante di aver favorito la camorra e di essere il referente politico nazionale del clan dei Casalesi.
Ma veniamo alla vicenda odierna. Il protagonista è Nico Pirozzi, un giornalista professionista, che racconta la sua esperienza ai microfoni del Fatto Quotidiano: nel dicembre del 2005 Pirozzi viene chiamato da Cosentino a ricoprire il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa di Forza Italia, “un partito che non amava molto i giornalisti” come lui stesso ammette.
La collaborazione è stata tutt’altro che felice: cinque anni di lavoro al fianco e per conto di Nicola Cosentino, anni di minacce, pesanti provocazioni, azioni di mobbing e violenza privata. Pirozzi racconta di decine di telefonate al suo domicilio, richieste di denaro, violazioni del computer personale.
Secondo Pirozzi i suoi ideali antifascisti e il suo impegno in difesa della memoria della Shoah erano mal tollerati nel partito, in cui “militavano anche signori che si rifanno a Casa Pound e a degli ideali razzisti”, tanto da subire un sabotaggio del materiale destinato ad un evento in memoria dello sterminio degli Ebrei. La sua richiesta di spiegazioni al coordinatore Cosentino ha incontrato la netta risposta, in dialetto napoletano, ad abbandonare l’incarico: “Che t’aggia dicere, truovete n’ata cosa”.
Per tutti questi fatti, Pirozzi ha deciso di sporgere denuncia per violenza privata a carico di Nicola Cosentino.