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Sciopero unitario dei sindacati: è rottura col governo sulla manovra

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Inizia una settimana difficile di protesta contro la manovra del governo: l’incontro fra governo e sindacati a palazzo Chigi di ieri sera non ha sortito gli effetti sperati dalle sigle sindacali. L’incontro si è concluso con un impegno che la Cgil ha considerato troppo generico da parte del governo a tenere in considerazione i rilievi del sindacato e del Parlamento.

Ai leader di Cgil, Cisl e Uil il premier Mario Monti ha riferito che la condizione del Paese è molto grave e necessita di azioni rapide, ma per Bonannile posizioni restano distanti perchè bisogna trovare soluzioni con senso di equità, che sono cose concrete”. “Incontro del tutto insoddisfacente” anche per il segretario Uil Angeletti, che sostiene di non nutrire “grandi speranze” che le richieste sindacali possano rientrare nel decreto Salva Italia. Susanna Camusso, leader Cgil, ha confermato lo sciopero unitario di oggi e quello di lunedì prossimo.

I saldi invariati sono l’imperativo di questa fase di concertazione: l’entità della manovra dunque non può cambiare. Le risorse previste per i minori tagli eventualmente stabiliti sulle pensioni, dovranno dunque essere reperite in altra maniera. I ritocchi previsti sono quelli all’Ici, con un’imposta più leggera per i redditi bassi e più alta per chi ha più di una casa, e al blocco dell’indicizzazione delle pensioni, con un contributo di solidarietà a carico di quelle alte e quelle “baby” per finanziare il mantenimento dell’indicizzazione ai prezzi degli assegni fino a 1.400 euro. Solo per queste correzioni occorrerebbero 4-5 miliardi, che saranno probabilmente recuperati, almeno in parte, dall’aumento della tassazione sui capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale.