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Acab: il film sui celerini accende la polemica

La pellicola cinematografica con protagonista Pierfrancesco Favino fa discutere sul tema della rappresentazione della violenza

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Si scrive ACAB, si legge All Cops Are Bastards ed è l’insulto ai poliziotti che usavano gli skinheads degli anni ’70, ma anche il motto degli ultrà del calcio, quando sfidano le forze dell’ordine. L’ultimo film di Stefano Sollima, nelle sale dal 27 gennaio, racconta momenti di vita di alcuni uomini della Celere e il loro controverso rapporto con la violenza: da una parte, unico modo per difendersi e sopravvivere alla furia di una società sempre più arrabbiata; dall’altra, circolo vizioso che finisce per coinvolgere anche i loro affetti.

I “poliziotti bastardi” del film di Sollima sono Cobra, Mazinga e Negro, interpretati rispettivamente da Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Filippo Nigro. I tre, ai quali si aggiunge in certi casi il collega Carletto (Andrea Sartoretti, il Bufalo della serie tv Romanzo criminale), sono avvezzi al ruolo del bersaglio e vivono immersi nella violenza. Sgomberi, manifestazioni, scontri sulle gradinate degli stadi e in piazza sono il loro pane quotidiano. L’ingresso nel reparto della giovane recluta Adriano (Domenico Diele) per i tre colleghi diventa l’occasione di trasmettere il loro credo, “Patria, ordine e manganello“, alle generazioni future.