Dopo 131 anni di attività la Kodak, ex colosso della fotografia, potrebbe chiudere i battenti. La società ha già avviato trattative – riferisce il Wall Street Journal – per ottenere un prestito debtor-in possession da 1 miliardo di dollari per superare il periodo del Chapter 11 continuando a operare con regolarità. Una richiesta per la bancarotta potrebbe arrivare fra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio.
La Kodak ha al suo attivo 19.000 dipendenti, che ha messo in guardia sullo stato precario dei propri conti a novembre, avvertendo che se non fosse riuscita a vendere i propri brevetti o a raccogliere nuovi capitali avrebbe esaurito la liquidità a sua disposizione. Nelle ultime ore è tornato l’allarme: Kodak sarà tolta dai listini se non riuscirà a rafforzare la propria posizione finanziaria nei prossimi sei mesi. I titoli Kodak sono in forte calo a Wall Street, dove hanno chiuso per 30 sedute consecutive sotto 1 dollaro.
A lungo nota soprattutto per la produzione di pellicole fotografiche negli ultimi anni si è concentrata nei settori della fotografia digitale, diagnostica medica per immagini, e prodotti per la stampa.
“Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto” è lo slogan col quale George Eastman, fondatore della Kodak promosse nel 1888 la prima fotocamera destinata ad essere usata anche da non professionisti. Lo stesso Eastman spiega l’origine del nome: “la chiamai “Kodak” perché era un nome breve, vigoroso, facile da pronunciare e, per soddisfare le leggi sui marchi depositati, non significava nulla“.
La multinazionale statunitense ha sperimentato una forte crisi mentre tentava di orientare nuovamente la propria attività. I problemi sono aumentati nel 2001. Lo scorso autunno Kodak ha assunto alcuni consulenti per ristrutturarsi e ha terminato una linea di credito da 160 milioni di dollari, alimentando dubbi e timori sulla sua sopravvivenza.