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La Casta salva Cosentino: negato l’arresto per il deputato accusato di camorra

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No all'arresto per CosentinoNicola Cosentino è salvo, non andrà in carcere grazie alla spaccatura della Lega e al voto determinante dei 6 Radicali del Pd: per la seconda volta, come due anni fa, l’aula della Camera ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl e coordinatore del partito in Campania, con 309 voti contrari e 298 favorevoli. L’accusa per Nick ‘o Mericano, maturata nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli “Il principe e la scheda ballerina” su collusioni tra politica e camorra, è di falso, riciclaggio, corruzione e altri reati, con l’aggravante di aver favorito la camorra.

La votazione è avvenuta a scrutinio segreto su richiesta del gruppo Popolo e Territorio. I voti contrari del Pdl si sono sommati a quelli del gruppo di Responsabili, di parte del Gruppo Misto e dei Radicali: ma sono una cinquantina, secondo i primi calcoli, i voti a sorpresa che si sono aggiunti al no all’arresto. Gli indiziati principali sono i deputati della Lega Nord, spaccata al suo interno tra la corrente maroniana favorevole all’arresto, e quella più morbida di Bossi, a favore della libertà di coscienza.

L’aula ha ribaltato così il verdetto negativo che sulla carta sembrava già scritto: solo martedì, infatti, la Giunta per le autorizzazioni a procedere si era espressa a favore dell’arresto di Cosentino anche grazie alla posizione della Lega. “Su Cosentino non c’è fumus persecutionisaveva dichiarato l’ex ministro dell’Interno Maroni – La Lega non è più alleata del Pdl e non deve più ingoiare rospi”. La linea di Maroni è stata smentita dal voto di oggi, frutto probabilmente di un pressing forte di Berlusconi sui deputati della Lega: “Non è che io ho convinto Bossi, è che le cose erano di per sè convincenti perchè il fumus persecutionis era chiaro” ha dichiarato l’ex premier, parlando di decisione in linea con la Costituzione.

L’esito della votazione è stato accolto con entusiasmo tra i banchi del Pdl, con baci e abbracci, sorrisi e pacche sulle spalle al “perseguitato” Cosentino, che ha ringraziato il Parlamento per il “dibattito proficuo e approfondito” e per aver “deciso in piena autonomia. Se i parlamentari avessero voluto seguire le indicazioni dei partiti il risultato sarebbe diverso. Il deputato del Pdl, che si è detto “vittima di un trattamento ingiusto e di un’aggressione mediatica, politica e in parte giudiziaria, ha rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di coordinatore del partito in Campania. “Avevo detto che un minuto dopo il voto della Camera mi sarei dimesso – ha dichiarato Cosentino – Mi sono infatti recato da Berlusconi al quale ho consegnato le mie dimissioni irrevocabili da coordinatore campano del Pdl. Se il tribunale, anche in primo grado, mi condannerà, scomparirò dalla politica e da qualsiasi impegno. Abbandonerò immediatamente la politica”.