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La Consulta sui referendum: no ai due quesiti

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Referendum legge elettoraleDopo un giorno e mezzo di camera di consiglio i giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo della legge elettorale, il cosiddetto porcellum, in vigore dal 2005. Il rischio bocciatura era stato considerato dagli stessi promotori del referendum, Antonio di Pietro e Arturo Parisi, che avevano comunque annunciato il massimo rispetto per qualunque pronuncia della Consulta.

Con una nota stringata, la Corte ha comunicato di aver bocciato sia il primo quesito, che chiedeva l’abrogazione totale della legge, sia il secondo, che ne chiedeva l’abrogazione di alcune parti. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate solo tra venti giorni e conterranno anche un monito al Parlamento ad intervenire sull’inadeguatezza dell’attuale legge elettorale e del sistema di voto che, ad esempio, non prevede l’attribuzione del premio di maggioranza subordinata al raggiungimento di una soglia minimia di voti.

Antonio Di Pietro, che da giorni esprimeva pessimismo sulle decisioni della Corte, se l’è presa un po’ con tutti: ”questa decisione non ha nulla di giuridico, di costituzionale ma è politicaha dichiarato subito dopo la bocciatura della Consulta – per fare un piacere al Capo dello Stato, alle forze politiche e alla maggioranza trasversale e inciucista del Parlamento”. Secondo il leader dell’Idv, che è tra i promotori dell’iniziativa referendaria e ha raccolto più di un milione di firme per abrogare il porcellum, la sentenza della Corte è ”una volgarità che rischia di trasformarci a breve in un regime, se non viene fermato dal popolo al più presto con le elezioni”.