Dopo una notte di ricerche è stato ritrovato a bordo della nave Costa Concordia, naufragata nella notte di venerdì scorso nell’Isola del Giglio, il cadavere di uno dei passeggeri dispersi. E’ la settima vittima accertata del naufragio. Le operazioni di soccorso procedono freneticamente, ma col passare del tempo si riducono al minimo le speranze di trovare altre persone in vita. ”Incrociamo le dita” queste le parole del sindaco del Giglio Sergio Ortelli.
La situazione è aggravata dal peggioramento delle condizioni meteo infatti la nave si sta spostando dalla posizione in cui era rendendo più difficili se non impossibili i soccorsi. Ma un’altra sciagura si abbatte sulla nave, se finora ci siamo soffermati sul disastro e sul perchè il comandante Francesco Schettino non abbia lanciato in tempo l’allarme, oggi ci arrovelliamo su un altro interrogativo macabro. Perchè la Costa Crociere fornisce un elenco incompleto omettendo più della metà delle persone disperse? Stando al loro comunicato ufficiale sono sedici i dispersi, ma la lista in mano all’unità di crisi contiene quaranta nomi di cui dieci sono italiani. La procura sta indagando sui dati forniti dalla Costa.
Un modo per non creare allarmismi? Sarebbe un paradosso di fronte ad una tragedia umana.