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Eternit: storica sentenza nel processo sull’amianto

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E’ arrivata ieri la prima sentenza del processo Eternit, la più grande causa in materia di amianto che si sia mai svolta in Europa: il barone belga Jean Louis De Cartier e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, entrambi ex presidenti del cda di Eternit AG, sono stati condannati a sedici anni anni di reclusione (il pm ne aveva chiesti 20, ndr) e all’interdizione perpetua ai pubblici uffici.

La società di produzione dell’amianto con 4 stabilimenti in Italia (Casale Monferrato, dove ammontano a 1800 le vittime e i malati di mesotelioma pleurico causato dall’amianto, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli) continuò a produrre manufatti fino al 1986, nonostante fosse accertato sin dal 1962 che la polvere di amianto provoca una grave forma di cancro. L’azienda tenne nascosto per trent’anni ai dipendenti di Casale Monferrato il rischio enorme cui erano esposti.

I due imprenditori sono stati giudicati colpevoli di disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche, in quanto responsabili della morte per amianto di 2.191 persone. Dovranno corrispondere una lunghissima serie di risarcimenti alle parti civili. Ex dipendenti, parenti delle vittime, giornalisti da tutto il mondo sono arrivati ieri a Torino per assistere alla sentenza: una giornata storica per la giurisprudenza in materia di morti sul lavoro e un’affermazione di giustizia per tutte le vittime della cieca logica del profitto.